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ALIFE – ESPROPRIO MARRA, ARRIVA LA CORTE DEI CONTI: TREMANO FUNZIONARI, REVISORI E POLITICI. IL CONTO POTREBBE ESSERE SALATISSIMO PER IL DANNO ERARIALE ARRECATO AL COMUNE

 

ALIFE – Esproprio Marra, arriva la Corte dei Conti: tremano funzionari e politici. Il conto potrebbe essere salatissimo per il danno erariale arrecato al comune da anni di inerzie, forse, non tanto casuali. I fratelli Rosa Anna Marra e Antonio Marra hanno prodotto – attraverso il loro legale, l’avvocato Raffaele Moreno –  un esposto denuncia all’organo di controllo sul caso che li vede coinvolti da tanti anni e che ha prodotto, non per loro colpa, un danno economico enorme al municipio.  La somma che i due fratelli Marra, dopo un lungo iter giudiziario, dovranno incassare dal municipio alifano è di oltre 1.600.000 euro.  Una buona fetta di tale somma sarebbe maturata proprio grazie all’inerzia della macchina amministrativa alifana. Ora, però, che la Corte dei Conti, da alcuni anni, sembra muoversi con decisione, per chi ha dormito trascurando l’interesse dei cittadini di Alife, c’è poco da stare allegro. Una vicenda lunga e articolata che potrebbe rendere ben chiara l’idea di mala-gestione della cosa pubblica.

I Marra hanno agito innanzi al TAR Napoli per ottenere il risarcimento integrale del danno loro cagionato dall’occupazione di un suolo di loro proprietà sito in Alife (loc. Santi Sette Frati) ed utilizzato per la realizzazione di un programma di edilizia residenziale pubblica consistente nella costruzione di 18 villette per la cui costruzione veniva delegata, a seguito di convenzione, la soc. cons. a r.l. IACP Futura che portava a termine il detto programma costruttivo senza che, tuttavia, il Comune emettesse il decreto di esproprio nel termine fissato dalla dichiarazione di pubblica utilità di talché l’occupazione diveniva illegittima.

Espletato il giudizio di primo grado innanzi al TAR Napoli ed il giudizio d’appello innanzi al Consiglio di Stato, sez. IV, quest’ultimo con sentenza n° 676 del 2011 passata in giudicato, statuiva in via definitiva il criterio per quantificare il quantum del danno risarcibile spettante agli esponenti.  I fratelli Marra notificavano in data 2-3 marzo 2011 la sentenza 676/2011 in uno ad atto stragiudiziale di invito ad adempiere alla statuizione del Giudice amministrativo. Venivano, pertanto, invitati sia il Comune di Alife, in persona del Sindaco, che l’IACP Futura, in persona del legale rappresentante, quali coobbligati in solido, a formulare l’offerta risarcitoria stabilita dal Giudice dell’appello al fine di addivenire al detto accordo transattivo con i proprietari espropriati.

I suddetti enti, però, non tenevano in alcun conto dell’invito ad adempiere al giudicato, di talché gli esponenti si vedevano costretti ad adire nuovamente il Consiglio di Stato affinché, in funzione di Giudice dell’ottemperanza, sostituendosi all’Amministrazione inadempiente, desse esecuzione al proprio giudicato provvedendo a liquidare direttamente il danno risarcibile, anche mediante la nomina di un commissario ad acta.

Gli esponenti chiedevano, inoltre, al Consiglio di Stato di valutare “la condotta successivamente tenuta dalle parti ai fini dell’eventuale riconoscimento della risarcibilità dei nuovi danni cagionati dall’ulteriore protrarsi dell’illegittima occupazione” considerato che i denuncianti avevano notificato la sentenza 676/11 con il suddetto invito a stipulare l’atto transattivo in essa statuito al Comune di Alife in data 2 marzo 2011 e da allora, a tutt’oggi, l’ente locale è rimasto inerte a quanto statuito dall’Autorità Giudiziaria.

Con sentenza n° 1009/2013 del 9.2.2013 la medesima Sez. IV del Consiglio di Stato accoglieva il ricorso degli esponenti nominando commissario ad acta per tutti gli adempimenti di cui innanzi il Prefetto di Caserta o suo delegato assegnando a quest’ultimo novanta giorni di tempo per portare ad esecuzione il giudicato, decorrente dalla data di deposito della notifica dell’incarico avvenuta in data 14.,3.2013 e disponendo, nel contempo, la trasmissione di detta sentenza alla competente Procura regionale della Corte dei Conti “per le eventuali iniziative di propria competenza in ordine all’eventuale danno erariale determinato dall’atteggiamento inerte dell’Amministrazione intimata”.

Con nota prot. n. 9719/13.11/Gab. del 12.3.2013, il Prefetto di Caserta designava quale commissario ad acta delegato l’arch. Antonio Vocile del Provveditorato interregionale alle OO.PP. per la Campania ed il Molise che si insediava nell’incarico di commissario ad acta il suddetto 14 marzo 2013.

Il commissario ad acta delegato dopo aver redatto apposita perizia di stima e quantificato il prezzo della cessione del bene in € 1.624.927,78 ha cominciato ha trovare ostacoli nei funzionari del Comune di Alife a cominciare dal Responsabile dei Servizi Finanziari, geom. Claudio Accarino il quale, come si evince dalla nota del commissario in data 10 maggio 2013, non ha comunicato i capitoli di spesa sui quali impegnare le somme relative al suddetto prezzo di cessione.

Ma non basta, perché il suddetto Responsabile dei Servizi Finanziari del Comune di Alife non solo avrebbe dovuto prestare la sua collaborazione al commissario ad acta nell’espletamento dell’ufficio conferitogli dall’A.G., ma avrebbe anche dovuto porre in essere atti dovuti adempiendo anzitutto al disposto dell’art. 153, co. 6, D.Lgs. 267/00 con la segnalazione obbligatoria al sindaco di Alife, al presidente del consiglio comunale, al segretario comunale, all’organo di revisione, nonché alla competente sezione regionale di controllo della Corte dei conti, della situazione di difficoltà gestionale che si era determinata a seguito delle suddette sentenze passate in giudicato e che andavano obbligatoriamente ottemperate mediante l’adozione dei provvedimenti necessari per il ripiano della situazione debitoria al fine di ripristinare il pareggio di bilancio. Ed invece è accaduto che il sunnominato Responsabile dei Servizi Finanziari ed il Responsabile dell’Area Lavori Pubblici, Arch. Ermelinda Corbi nel verbale prot. 4281 del 22.04.2013 dichiaravano la facoltà di riservarsi l’impugnazione della valutazione peritale del commissario ad acta, e, quindi, in data 26.04.2013 i suddetti funzionari comunali si assentavano dal servizio così come accertato e dichiarato dal Responsabile amministrativo, dott.ssa Valentina Santini, costringendo l’ausiliare del Giudice a rinviare le operazioni al giorno 30.04.2013. L’assenza di collaborazione dei detti funzionari ed, anzi, gli ostacoli da essi frapposti all’espletamento dell’ufficio del commissario Vocile con la non comunicazione dei capitoli di spesa sui quali impegnare l’importo a debito impedivano la conclusione dell’incarico nel termine fissato dal Consiglio di Stato ed il commissario ad acta veniva costretto a chiedere una prima proroga di settanta giorni, a partire dal 14.06.2013. Con  nota n. 5642 del 27 maggio 2013 il commissario ad acta convocava le parti per la stipula dell’accordo transattivo per il giorno 31 maggio 2013 alle ore 12:00 invitando il Segretario comunale, dott.ssa Stefania Rossetti, a rogare l’atto.  Ma in tale ultima data veniva redatto verbale n. 5 del 31 maggio 2013 con il quale si rinviava la stipula per il rifiuto del  sunnominato segretario di rogare l’atto adducendo quale giustificazione del rifiuto la circostanza di aver preso servizio solo in data 20.05.2013, che la nota di convocazione del commissario ad acta le era stata notificata solo il successivo 28/5 detto e che gli impegni che l’avevano occupata non le avevano consentito di visionare e tantomeno di approfondire la questione e la documentazione agli atti per cui non era nella condizione di poter rogare l’atto chiedendo il rinvio della stipula al 7 giugno 2013. Il giorno 7 giugno 2013 veniva redatto verbale n. 6 nel quale si accertava che la Segretaria comunale, dott.ssa Stefania Rossetti, era assente dal servizio per malattia.  In data 12 luglio 2013 la Sezione IV del Consiglio di Stato con ordinanza n. 3762/2013 concedeva la proroga richiesta fissando la nuova scadenza dell’incarico al 23 agosto 2013. Con note in data 29 luglio e 31 ottobre 2013 il commissario ad acta inoltrava al Consiglio di Stato ulteriori istanze di proroga dell’incarico commissariale.  Per tutte queste ragioni i fratelli marra  hanno presentato denuncia contro tutti i funzionari del Comune di Alife che con la loro condotta si sono resi responsabili dei reati e dei danni erariali che la Corte dei Conti individuerà.  Chiedono, pertanto, che nei confronti di tutti i querelati e i denunciati venga irrogata congrua pena per tutte le ipotesi di reato riscontrate.

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