Ultim'ora

BELLONA – Rogo alla Ilside, Arpac sotto accusa

BELLONA – Mentre le fiamme divoravano tonnellate di rifiuti e mentre una nuova di fuomo acre e denso rendeva irrespirabile l’aria di una vasta zona cirocstante, i tecnici dell’Arpac rassicuravano: “non ci sono pericoli”. Una storia andata avanti fino all’ultimo giorno del rogo. Eppure, lo sanno anche i bambini, quando brucia qualcosa, qualsiasi cosa, si produce diossina. Immaginiamo quando brucia la plastica e gli altri rifiuti che erano ammassati all’interno del deposito della Ilside. Nel verbale redatto il 18 u.s., infatti, leggiamo: “l’incendio ha interessato esclusivamente rifiuti speciali non pericolosi costituiti prevalentemente da plastiche non clorurate [la diossina si forma dalla combustione del cloro].
Sono in corso accertamenti sulla qualità dell’aria nel sito oggetto dell’incendio e nelle zone limitrofe. Dai primi dati si evince che nei campioni prelevati nelle vicinanze di abitazioni limitrofe al sito non è stata riscontrata presenza di sostanze pericolose quali ossido di carbonio, acido cloridrico,e acido cianidrico”.  A chi non è addentro alla materia, ma soprattutto a chi è legittimamente in ansia per la propria salute e quella dei propri cari, sorge il dubbio che si possa essere difronte al “solito” minimalismo a cui si è assistito durante le prime fasi di tante altre catastrofi. Perchè non si è immediatamente provveduto alle verifiche che l’Arpac ha relegato ai “prossimi giorni”? – per quali motivi le analisi delle acque si faranno solo dopo aver teminato quelle del suolo non è possibile condurle parallelamente? Come mai si parla di rilievi in corso “sulla qualità dell’aria nel sito oggetto dell’incendio e nelle zone limitrofe”, per poi parlare di rilievi nelle “zone di ricaduta”, rimandate sempre ai “prossimi giorni”?

Guarda anche

Vitulazio – Moto contro auto dei carabinieri: due feriti e un arrestato

Vitulazio – La vicenda prende avvio ieri sera quando una pattuglia di carabinieri impone l’alt …