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ROCCAMONFINA – Caso Tari: politica, comunicazione e “personaggetti” ammuffiti. Quando il “nuovo” puzza di “vecchio”

ROCCAMONFINA (di Antonio Migliozzi) – Politica, comunicazione e “personaggetti” ammuffiti. Quado il “nuovo” puzza di “vecchio” semplicemente perché non essendo in grado di brillare di luce propria, si adopera in una spasmodica azione tesa, unicamente, ad oscurare quella degli altri. E’ un impegno che, tuttavia non rende nulla, e lo sa bene chi dopo essersi buttato in politica, ha dovuto prendere atto della propria inconsistenza, anche perché i numeri non lasciano spazio alcuno alla fantasia, all’interpretazione come, invece, si può fare con un qualsiasi documento. Quando qualcuno, poi, si propone al popolo riuscendo a racimolare meno di 40 voti (su 2700 disponibili) dovrebbe capire il livello di “gradimento”.
Il sostantivo maschile di ciarlatano starebbe a significare come colui che cerca di trarre vantaggio dalla buona fede e credulità altrui. Questo sostantivo è stato utilizzato – alcune ore fa – da qualcuno che, probabilmente, ha fatto dell’informazione una mera arma puntata contro il malcapitato di turno, per scopi diversi dalle regole dell’informazione. Ma questa è storia nota e non ci meraviglia. Quello che ci meraviglia, invece, è come il “nuovo” (o almeno chi si professa tale solo per questioni anagrafiche) possa sentirsi rappresentato da certi “personagetti” tanto ammuffiti da generar porcini (intesi come funghi). Qualche “collega” usa il termine ciarlatani in merito a quanto pubblicato nei giorni scorsi riguardo alla nota a firma del Prefetto di Caserta dopo la lettura della relazione della Commissione d’Accesso (ancora non resa pubblica) in seguito alle indagini condotte nei mesi scorsi presso gli uffici del Comune di Roccamonfina. La definizione “proclami dei ciarlatani giornalai” lascia il tempo che trova, in particolar modo quando ciò viene espresso dalla persona che non detiene neanche i requisiti basilari per una istruzione né scolastica e né tantomeno culturale, ma entrando nello specifico della suddetta nota del Prefetto, così come abbiamo avuto modo di scrivere nei giorni scorsi, sembra alquanto chiara che nel momento in cui si dichiara che non “presentano la necessaria congruenza rispetto ai requisiti di concretezza, univocità e rilevanza, richiesti dal modello legale di cui all’art. 143……”, vuol significare una sola cosa: non sarebbero state rilevate delle “irregolarità” negli atti della scorsa amministrazione che legherebbero quest’ultima alla malavita organizzata. Questo è quanto già da noi riportato nei giorni scorsi, mentre rimane in atto una particolare cautela nelle “irregolarità” che si sarebbero potute effettuare.  Per quanto concerne il progetto relativo all’ampliamento di un’area del Cimitero, sembra che il tutto sia stato redatto da un’amministrazione che preceda l’anno 2008, ma al momento al sottoscritto preme far rilevare la serietà che si adotta nel voler fare informazione, con tutti i limiti umani che ci possano essere. Forse sarebbe il caso che poter accedere all’ordine dei giornalisti, o quanto meno anche solo fare informazione tramite dei mass media, sarebbe opportuno che si fosse muniti di una laurea…… O quanto meno il diploma della scuola superiore.

 

 

 

 

 

 

 

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