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foto di repertorio

ALIFE – Abusi su minori, 20enne condannato a 5 anni

ALIFE – Molestie sessuali all’interno di un gruppo di giovanissimi ragazzi:  si becca cinque anni di reclusione per aver adescato  alcuni minorenni costringendoli, uno in particolare, ad avere un rapporto sessuale con lui. Gli inquirenti hanno scoperto che a cadere nella rete di Alessandro Guarnieri, poco più che ventenne, giovane di Alife , erano finiti anche altri ragazzini. Ieri la fine del processo e la sentenza di condanna a carico di  Guarnieri processato davanti ai giudici della sezione penale presieduta dal dottor Orazio Rossi del tribunale di Santa Maria Capua Vetere. Il pubblico ministero Simona Bellucci della procura sammaritana aveva chiesto una pena a sette anni di carcere alla fine della sua requisitoria. Il procedimento penale nonostante lo sciopero degli avvocati è stato celebrato in quanto Guarnieri per questo episodio è detenuto agli arresti domiciliari.
I fatti sono recentissimi e le indagini scattarono subito dopo la denuncia da parte dei genitori di un adolescente che non riuscì a sottrarsi alle lusinghe del suo molestatore. Tra Guarnieri e lo studente ci fu un rapporto sessuale orale al quale il ragazzo fu costretto, venendo anche blandamente minacciato, affinché non rivelasse a nessuno la loro relazione. Tutto iniziò come un gioco erotico all’interno del gruppetto di amici. Prima le carezze poi gli abbracci fino a quando le attenzioni diventarono sempre più intime. E quel gioco ludico si trasformò in un incubo soprattutto per il ragazzino  dal quale Guarnieri pretese più sesso spingendolo ad un rapporto orale nel momento in cui si trovò da solo con lui. Il ragazzino per pudore non rivelò nulla ai suoi genitori ma si confidò con gli amici dello stesso gruppetto frequentato anche da Guarnieri che mostrava le sua simpatie per i ragazzini dello stesso sesso.  Da quelle confidenze la vittima capì che non era stato l’unica passione dell’imputato e a seguito dei suoi atteggiamenti e delle pressioni e telefonate che riceveva i suoi genitori intuirono che stava succedendo qualcosa di strano riuscendo a strappargli una prima confessione. Scattò poi la denuncia e le indagini che portarono il pm a chiedere anche un fermo.
maria giovanna pellegrino

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