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PIGNATARO MAGGIORE – Estorsione alla Silia, boss Ligato sotto processo

PIGNATARO MAGGIORE – Solo un mero rinvio per il processo che vede davanti ai giudici della prima sezione penale presieduta dal dottor Guglielmo, giudici a latere D’Angiolella e Perrello, una parte del clan Ligato per la vicenda relativa solo all’estorsione della Silia Elettrodomestici nonché per associazione camorrista. I giudici a causa dello sciopero degli avvocati penalisti sono stati costretti a rinviare la trattazione del processo che arriva come prima udienza. Il collegio giudicante per questo procedimento ha dichiarato un conflitto di competenza, infatti pende davanti alla Suprema Corte della Cassazione il ricorso fissato per il prossimo 19 giugno che rischia di far annullare tutto il processo. Inoltre per quanto riguarda le posizioni di Pietro e di Antonio Raffaele Ligato, questo processo per loro sarebbe nullo. Gli atti dovrebbero ritornare nuovamente in procura per la richiesta di un nuovo rinvio a giudizio e una nuova udienza preliminare. Questa nullità nasce dal fatto che i due predetti sono stati mandati a giudizio dallo stesso Gup che ha svolto l’udienza camerale per la richiesta del processo anche per l’omicidio Abbate durante la quale vennero fatti degli stralci di posizioni: in assise furono rinviati gli imputati per l’omicidio mentre davanti al tribunale quelli per il solo reato associativo e le estorsioni. Questioni che, sebbene sollevate, verranno affrontate nella prossima udienza del 25 giugno, dopo che si sarà pronunciata nel merito la Cassazione. Pietro Ligato, detenuto a Novara; Raffaele Ligato,  detenuto nel carcere di Opera a Milano; Antonio Raffaele Ligato, detenuto a Cuneo; Pietro Melone, libero; Michele Lettieri, detenuto per altro procedimento, Maurizio Mauro, anch’egli libero; Primo  Letizia, detenuto; e Giuseppe Pettrone, collaboratore di giustizia,  per questo troncone di processo sono alla sbarra per associazione camorristica e per una serie di estorsioni e minacce, quella più grave consumata ai danni della Silia Elettrodomestici.  Ma sono tantissimi i capi d’accusa contestati: estorsioni a raffica, ditte taglieggiate cantieri danneggiati, ritorsioni a imprenditori messi a tacere con le minacce ed altro. Il clan Ligato era diventato una vera forza  operante nell’Agro-Caleno, un’organizzazione caratterizzata da competenze interne, regole organizzative e comportamentali, divisione di compiti tra i singoli associati e rapporti gerarchici, che con la forza di intimidazione del vincolo associativo e delle condizioni di assoggettamento e di omertà che ne derivano, è stato capace di  commettere delitti quali estorsioni, commercio e detenzione di armi, omicidi, incendi, danneggiamenti, oltre ad avere il controllo in modo diretto del territorio e delle attività economiche, concessioni, autorizzazioni, servizi ed appalti anche di opere pubbliche in tutto l’Agro-Caleno, e più in particolare a Pignataro Maggiore, Vitulazio, Bellona, Pastorano, Sparanise e Teano
maria giovanna pellegrino

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