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FONTEGRECA – SAVA, DOPO UN ANNO E’ ANCORA IL FIUME DELLA VERGOGNA. L’IMMOBILISMO DI PEPE, DE NICOLA E MONTORO

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IL VIDEO (05 dicembre 2014)

FONTEGRECA – Il fiume Sava, nel cuore del Parco Regionale del Matese, è ancora inquinato. Un anno dopo, all’arrivo delle prime intense precipitazioni, ecco ripresentarsi la schiuma, chiara testimonianza della presenza di sostanze inquinanti nel corso d’acqua che bagna la cipresseta più importante d’Europa. Un sito di interesse nazionale tanto da essere oggetto di studio da parte del Cnr. Così il fiume Sava diventa il fiume della vergogna, per diversi enti incapaci di fornire alla popolazione del Matese una spiegazione sulle ragioni del fenomeno.
Non è bastato un anno per risolvere la problematica; non sono servite le indagine – scattate nella scorsa primavera – da parte della Procura della Repubblica per fare luce sulla vicenda. Il lavoro condotto dal Corpo Forestale dello Stato, probabilmente, non è riuscito ad individuare le ragioni dell’inquinamento. Un inquinamento che si evidenza dopo incessanti piogge che gonfiano il corso d’acqua creando una massiccia coltre di schiuma che si deposita nelle zone dove l’acqua è più stagnante.
La vicenda testimonia l’assenza di adeguate iniziative da parte dei vertici dell’ente Parco, guidato dal presidente Umberto De Nicola, della comunità montana del Matese, presieduta da Fabrizio Pepe e dall’amministrazione comunale di Fontegreca capeggiata dal sindaco Antonio Montoro. Tutti enti che per competenza avrebbero dovuto manifestare maggiore interesse per la tutela di uno dei luoghi più suggestivi dell’intera area parco e del Matese stesso.
L’unica “azione” può essere riassunta in un convegno pubblico, nel quale gli stessi enti interessati cercarono di coprire la problematica per non “screditare” l’immagine del Matese.  Un inquinamento evidente che si è manifestato per la prima volta il sette ottobre del 2013. Per diversi mesi, ad ogni abbondante pioggia, le cascate della cipresseta di Fontegreca si sono trasformate in una immensa “vasca da bagno” stracolma di schiuma. La Terra dei Fuochi sembra non aver insegnato nulla agli amministratori del Matese che dovrebbero anteporre la tutela del territorio – in gran parte ancora integro – ad ogni altra cosa. Invece non bastano più di dodici mesi per bloccare l’inquinamento del Sava. I primi due mesi servirono alle varie istituzioni per “certificare” il tipo di inquinamento generato – secondo le analisi eseguite dall’Arpac – da fanghi biologici.
L’indignazione popolare scaturita dalla vicenda e alimentata dalla lentezza delle istituzioni  ha prodotto la nascita del gruppo “La rivolta dell’acqua” che ha raccolto oltre duemila firme a sostegno del progetto che ha proprio lo scopo di sensibilizzare le autorità sulla vicenda e, in generale, sulla tutela del Matese. Possibile, si domandano i cittadini, che in tre mesi non si riesce ad arginare il fenomeno? Quanto tempo ancora servirà per individuare i responsabili di questo scempio?
Delusi anche coloro che si attendevano una rapida soluzione del caso da parte del Corpo Forestale dello Stato. Si conosce la causa: inquinamento da fanghi biologici di depurazione (come dire, più o meno,  che un depuratore malfunzionante scarica direttamente nel fiume)  ma non si riesce ad individuare il depuratore incriminato. Eppure quel fiume non attraversa decine i comuni. Solo un paio, di cui solo uno potrebbe inquinare il corso d’acqua. Il fiume Sava nasce sul Matese e si versa nel Volturno, forma in una gola rocciosa piscine naturali e cascate, creando un paradiso naturale unico. Qui cresce un cipresso particolare, capace di attecchire sulla roccia, dando luogo a un biotipo eccezionale. Oggi, ad otre un anno dalla prima manifestazione dell’inquinamento, il torrente del Matese appare nelle stesse condizioni. Non si riesce a individuare e bloccare la fonte dell’inquinamento.  Intanto la schiuma bianca e  densa, tipica di un inquinamento chimico oppure da fanghi di depurazione, si è ripresentata.   (Giancarlo Izzo – Corriere del Mezzogiorno)

IL FENOMENO SI RIPETE DA OLTRE UN ANNO, ECCO LA PROVA

MATESE / FONTEGRECA  – IL FIUME SAVA AVVELENATO STA MORENDO, ISTITUZIONI INERMI. ECCO IL VIDEO DELLO SCEMPIO

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2 commenti

  1. Gliela farei bere a vita quell’acqua a questi tre monelli. Anche se De Nicola è refrattario a tutto, anche al radio 226.

  2. Parlare di integrita’ del suolo e’ suggestivo dal momento che tutti sanno delle condizioni del lago del matese (vedi moria carpe gallo matese su you tube).e pensare che in aree limitrofe c’e’ una delle aziende di acque minerali piu’ importanti (confinante tra l’altro con un depuratore)