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MATESE / FONTEGRECA – IL FIUME SAVA AVVELENATO STA MORENDO, ISTITUZIONI INERMI. ECCO IL VIDEO DELLO SCEMPIO

 

GUARDA IL VIDEO REALIZZATO OGGI 20 Gennaio 2014

 

FONTEGRECA –  L’inquinamento del fiume Sava è inarrestabile, mentre le istituzioni e le autorità preposte al controllo e alla tutela del territorio appaiono inermi. Oggi, adl otre tre mesi dalla prima manifestazione dell’inquinamento, il torrente del Matese è inquinato in maniera evidente e massiccia. Non si riesce a individuare e bloccare la fonte dell’inquinamento. Le ultime abbondanti piogge evidenziano la schiuma e l’acqua è ritornata torbidissima e maleodorante. Così le cascate della cipresseta di Fontegreca – un biotipo unico al mondo – si sono trasformate, nuovamente, in una immensa vasca da bagno stracolma di schiuma. Insomma, la Terra dei Fuochi sembra non aver insegnato nulla agli amministratori del Matese che dovrebbero anteporre la tutela del territorio – in gran parte ancora integro – ad ogni altra cosa. Invece non bastano più di tre mesi per bloccare l’inquinamento di uno dei torrenti più belli della catena montuosa del Matese. I primi due mesi sono serviti alle varie istituzioni per “certificare” il tipo di inquinamento generato – secondo le analisi eseguite dall’Arpac – da fanghi biologici.  Era il sette ottobre scorso quando una schiuma densa ricoprì gran parte del corso d’acqua invadendo anche il terreno oltre le sponde. La segnalazione arrivò quasi subito all’ufficio tecnico del piccolo municipio di Fontegreca, ma nessuna iniziativa fu assunta. Solo dopo molti giorni, su esplicita denuncia di un consigliere di minoranza – Elisabetta Cambio – si attivò la procedura prevista. Lo scorso undici novembre, personale dell’Arpac si recò in zona per prelevare i campioni necessari per le analisi. Due giorni dopo toccò al personale dell’Asl “visitare” la zona. I risultati degli esami sui campioni prelevati  avrebbero evidenziato la massiccia pèresenza di fanghi da depurazione.  Intanto la schiuma bianca e  densa, tipica di un inquinamento chimico oppure da fanghi di depurazione, si è ripresentata  puntuale l’altro ieri quando le piogge torrenziali hanno gonfiato il corso d’acqua.   L’indignazione popolare scaturita dalla vicenda e alimentata dalla lentezza delle istituzioni  ha prodotto la nascita del gruppo “La rivolta dell’acqua” che ha già raccolto, in pochi giorni, circa duemila firme a sostegno del progetto che ha proprio lo scopo di sensibilizzare le autorità sulla vicenda e, in generale, sulla tutela del Matese. Possibile, si domandano i cittadini, che in tre mesi non si riesce ad arginare il fenomeno? Quanto tempo ancora servirà per individuare i responsabili di questo scempio?

 

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