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SANT’ANGELO D’ALIFE – Omicidio Giugno, ecco la cronaca dei fatti. Il mistero del fucile, la fuga dopo il delitto, la testimonianza del figlio della vittima

Giuseppe Santopaolo
Giuseppe Santopaolo

Cronaca di un omicidio premeditato, ma contornato dall’alone di un mistero: chi ha dato il fucile a Santopaolo? Testimonianza del figlio fondamentale per l’arresto dell’uomo.

 

SANT’ANGELO D’ALIFE. Omicidio Giugno, ecco la vera dinamica dei fatti.

La tragedia: Il 50enne Pinuccio Giugno, insieme al figlio minore, E.Giugno, si recano con due trattori su un terreno di loro proprietà per imballare il foraggio. In maniera del tutto accidentale, calpestano con una ruota del trattore il terreno confinante di proprietà del 68enne Giuseppe Santopaolo. Ne nasce immediatamente una discussione. Pinuccio va da Santopaolo per chiarirsi e trovare una soluzione pacifica rispetto a quanto accaduto. Il figlio minore, nel mentre, resta sul trattore. Pinuccio si rende subito disponibile per una risoluzione bonaria della vicenda offrendo soldi a Santopaolo per il piccolo danno arrecatogli al foraggio. Santopaolo decide di andare via. Qui si inserisce il vero giallo di questo omicidio.

Il giallo del fucile:  Santopaolo torna con un fucile. Ma chi gliel’ha dato visto che Santopaolo nè possedeva il porto d’armi, nè aveva mai dichiarato di possedere un’arma da fuoco in casa? Gli inquirenti stanno in queste ore cercando di capire questo passaggio fondamentale per l’evoluzione della vicenda.

L’omicidio:  Pinuccio vedendo tornare sul posto Santopaolo, si avvicina all’automobile di quest’ultimo.Vuole sapere cosa l’uomo avesse deciso: se per il danno arrecato vuole denaro oppure foraggio. Ma le intenzioni di Santapaolo sono ben altre: vuole ucciderlo. Lo ha premeditato con fredda ferocia. Così estrae il fucile che aveva con se sul sedile, lo punta alla gola della vittima – a pochi centimetri –  e spara.  I palloni squarciano la gola del povero Pinccio, trapassano il corpo dell’uomo da parte a parte. Il 53enne  si accascia al suolo e muore.

La fuga dopo il delitto: L’aggressore scappa. Il figlio della vittima chiama ambulanza e carabinieri indicando l’assassino. Sul posto arrivano gli uomini del 118, ma per Pinuccio non c’è più nulla da fare. Intanto, i carabinieri matesini  si organizzano prontamente. Parte una serrata caccia all’uomo. Due militari si posizionano, ben nascosti, nelle immediate vicinanze dell’abitazione di Santopaolo. Lo vedono arrivare molte ore più tardi. Siamo nel cuore della notte. Sapendolo armato, chiamano subito rinforzi. Nel giro di pochi minuti, convergono sul posto altre  pattuglie.

Il blitz:  Gli uomini della Benemerita fanno irruzione ed entrano all’interno della casa dell’uomo. Santopaolo prova a difendersi dicendo di non avere niente a che fare con l’omicidio perchè stava dormendo. La moglie lo difende dicendo la stessa cosa. I militari, naturalmente, non credono alle parole di Santopaolo. Dalla loro hanno la testimonianza del figlio della vittima e in più lo hanno visto tornare a casa tardi.

L’arrestano. Lo portano prima nella caserma pedemontana, poi nel carcere sammaritano. Santopaolo, allo stato delle cose, non parla. Non fornisce dettagli. Non chiarisce i fatti. In tutta questa vicenda resta tuttavia il giallo del fucile. Dove si è procurato l’arma Santopaolo? Chi gliel’ha data?

 

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un commento

  1. E’ una vergogna che un padre di famiglia con 8 figli possa essere ucciso per un futile motivo come quello descritto. E per conoscenza personale so bene che i due vivevano a 500 metri l’uno dall’altro…….una tragedia incredibile che non doveva assolutamente accadere…giustizia giustizia giustizia anche solo per mettere pace a quelle povere anime che hanno perso il capofamiglia.