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CAPRIATI A VOLTURNO – Caso Iacovone, processo rinviato ad aprile. I familiari chiedono giustizia

CAPRIATI A  VOLTURNO – Poliziotto morto durante inseguimento, fra un mese l’udienza preliminare a carico dell’ex presidente dell’Ept di Isernia. C’è un unico indagato: l’ex presidente dell’Ept di Isernia, Pietro Campellone, sarebbe indagato per resistenza a pubblico ufficale. Una resistenza sfociata poi nella morte di Giuseppe Iacovone, il poliziotto deceduto durante l’inseguimento all’auto, secondo l’accusa, guidata da Campellone. Nei mesi scorsi ci fu una prima fase dell’incidente probatorio presso il Tribunale di Isernia e due testimoni avrebbero riconosciuto l’indagato. L’uomo, nella vita medico con specializzazione in dermatologia, si sarebbe difeso – attraverso il proprio legale – affermando che non si trovava in quel luogo e che se vi fosse stato non si sarebbe accorto della volante e dell’ordine di alt imposto dagli agenti. Il dramma accadde il 23 marzo dello scorso anno sulla strada che porta a Isernia, Giuseppe Iacovone, aveva, 28 anni. L’agente – di Capriati a Volturno –  era  in forza alla questura di Isernia.  Secondo una prima ricostruzione dell’accusa, Campellone era alla guida di un  Q7, attuando una condotta di guida non proprio esemplare. Per questo motivo attirò l’attenzione della pattuglia della polizia stradale in servizio in quella zona.   La volante scattò all’inseguimento, ma durante la corsa si schiantò. Iacovone    morì sul colpo mentre il collega rimase ferito. Giuseppe Iacovone aveva scelto di impegnarsi anche nella politica e si era candidato nella lista guidata dall’attuale sindaco, diventando consigliere comunale di maggioranza. Un intero paese, Capriati a Volturno, chiede giustizia anche attraverso facebook con la pagina “Giustizia per Giuseppe Iacovone”:  Non ti abbiamo mai lasciato, e siamo ancora qui a ricordarti, con il cuore gonfio per il dolore di averti perso e di averti perso in quel modo brutale e inaspettato. Facevi il tuo dovere, Giuseppe, rendevi onore alla tua divisa e a tutti noi, a tutto il tuo Paese, era il tuo lavoro e la tua missione, il tuo servizio per la sicurezza delle persone, per la giustizia. Ma ancora nessuna giustizia per te, questo silenzio, questo continuo rinviare ti offende e offende tutti. Abbiamo chiesto, gridato, abbiamo sfilato tra la gente perché venissero date risposte alla richiesta di giustizia per te, per te che hai sacrificato la tua vita, per te che ti sei sacrificato con onore.  Noi non ci fermeremo, Giuseppe, ci saranno altre fiaccolate, altre occasioni per gridare forte il tuo nome e pretendere che giustizia sia fatta, solo così ci sarà riposo per te e potrà iniziare per noi tutti una rassegnazione dolorosa ma compiuta”.   Questo il ricordo dei familiari di Giuseppe Iacovone, il poliziotto morto un anno fa durante un inseguimento. Per quella morte si attende anche giustizia.

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