CAPUA – Tumori in aumento, è allarme rosso

CAPUA – Secondo il rapporto del ministero della Salute, pubblicato non più tardi di tre mesi fa, San Tammaro insieme a Capua e Santa Maria Capua Vetere, risulta tra i 44 siti più inquinati della penisola.
Ma la linea rossa dell’inquinamento attraversa tutto lo stivale, isole comprese. Il rapporto del ministero si basa sui rilevamenti effettuati nel corso dell’ultimo anno, attraverso le analisi del suolo, dell’aria e delle acque, senza trascurare la stima delle patologie oncologiche e nefrologiche riferite a pazienti provenienti dalle aree interessate da un tasso di contaminazione, oltre la soglia di salvaguardia prevista dalla legge. Secondo il monitoraggio del ministero, oltre 6 milioni di italiani sarebbero potenzialmente a rischio di infezioni gravi, in qualche caso, persino mortali. Il riferimento infatti, è a patologie di ordine tumorale, a insufficienza alle vie respiratorie, affezioni circolatorie, malattie di tipo neurologico e deficit renali.  Nell’area del Litorale Vesuviano, del litorale domitio flegreo e dell’agro aversano in particolare, sono stati osservati eccessi di mortalità dovuta al tumore polmonare, epatico e gastrico, ma anche a quello del rene e della vescica. Secondo quanto reso noto dal sondaggio del dicastero, il rischio tende ad aumentare in relazione all’esposizione ai rifiuti, discariche e similari. In questo caso, è stato riscontrato che la mortalità generale, investe tanto gli uomini quanto le donne, aggrediti da forme tumorali al fegato ai polmoni e allo stomaco.
La scellerata politica del ‘rifiuto’ ha consegnato a questo territorio, a partire dagli anni ‘70, in un perimetro inferiore ai 6 chilometri quadrati, lo Stir della città del Foro, i siti di stoccaggio e le discariche di Casone, di Maruzzella, di Ferrandelle e del Parco Saurino, oltre che le numerose discariche abusive da cui hanno spesso origine quegli incendi di natura dolosa che hanno permesso a queste zone di conquistare il triste appellativo di ‘Terra dei Fuochi’.