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AILANO – Folgorato dall’alta tensione, imprenditore condannato


AILANO. Ucciso a soli 30 anni da una potentissima scarica elettrica. Finì così, alcuni anni fa, la vita di Attilio Filippone.
L’uomo – di Vairano Patenora – morì sul lavoro, mentre stava lavorando con una gru allo scarido di alcuni materiali in un cantiere a Santa Maria La Fossa.
Per quei fatti sono stati condannati, in primo grado di giudizio, ad un anno di carcere tre persone: Giovanni Malinconino, titolare dell’impresa per la quale lavorava la vittima; Camillo Mastracchio, coordinatore della sicurezza per conto del Consorzio di Bonifica; Antonio Leone D’Agostino, responsabile della sicurezza per l’impresa appaltatrice.
La sentenza emessa dal tribunale di Santa Maria Capua Vetere non sembra soddisfare i familiari della vittima che sono stati difesi dagli avvocati Vincenzo Cortellessa, Renato Jappelli e Giovanni Del Vecchio.
Il Tribunale, inoltre, ha condannato i tre al pagamento delle spes eprocessuali e al risarcimento del danno alle parti civili. Danni che dovranno essere quantificati in sede civile.
Gli imputati hanno già annunciato che presenteranno ricorso in appello.
La morte di Filippone suscitò profonda commozione in paese perchè copliva un uomo particolarmente laborioso.
Il settore più colpito dalle “morti bianche” è quello dell’edilizia: 78 vittime dall’inizio dell’anno, il 29,4% sul totale. L’agricoltura, con 73 vittime, registra il 28,2 %: gli agricoltori muoiono per la maggioranza in tarda età schiacciati da trattori senza protezione che si ribaltano travolgendoli. Sono già 41 dal primo gennaio gli incidenti di questo tipo. L’industria ha già avuto 29 morti con una percentuale del 10,1% sul totale, mentre l’autotrasporto conta 22 vittime con il 8,3%. Gli stranieri morti sono stati 29 e rappresentano, in queste tragiche percentuali, l’11% sul totale.
Un fenomeno che sembra essere ancora lontano dall’essere eliminato o quanto mai ridotto.>

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