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CAPUA – Crisi alla DSM, centinaia di lavoratori sull’orlo della mobilità

capua. La Dsm, multinazionale del farmaco, versa in evidenti difficoltà. Sarebbe imminente, infatti, l’attivazione della procedura la messa in cassa integrazione di settanta dipendenti su un totale di circa 2oo.
Questo significa che un addetto su tre rischia di rimanere a casa. Uno scenario che ha messo in allarme i lavoratori e l’intera comunità capuana che nel polo farmaceutico locale ha avuto, nei vari decenni, un’importante sostegno per l’economia del territorio.  Centinaia di lavoratori, soprattutto capuani ma anche provenienti dai piccoli centri del circondario, hanno trovato un impiego lavorativo nell’azienda in questione e nella vicina Pierrel. Il futuro resta incerto e molti temono che quello della cassa integrazione sia solo il primo passo di un processo che potrebbe portare allo smantellamento dell’azienda.  La Dsm, probabilmente, risente delle difficoltà del mercato si appresterebbe a seguire la strada già percorsa da al case farmaceutiche che hanno avviato negli ultimi anni processi di riorganizzazione, forse anche a causa delle sfavorevoli condizioni determinate dalla diminuzione dei prezzi dei farmaci, senza tralasciare gli effetti di una negativa congiuntura economica e finanziaria a livello mondiale. “E’ un momento difficile per l’economia in generale – afferma il sindaco Carmine Antropoli – e la crisi non risparmia nemmeno il settore farmaceutico. Come amministrazione faremo la nostra parte per salvaguardare una realtà importante non solo per Capua ma per l’intera provincia di Caserta”.
Si attende ora la presa di posizione ufficiale da parte dell’azienda anche per conoscere nel dettaglio le eventuali strategie che la stessa intende adottare per fronteggiare la situazione.  La Dsm è una multinazionale con sede in Olanda con tre presidi in Italia: Milano, Capua e Filago nel bergamasco. Negli ultimi anni è finita al centro dell’attenzione dell’opinione pubblica per la morte di tre operai, dipendenti di una dita esterna, morti per le esalazioni dei silos. Solo quattro anni fa era stato annunciato un piano d’investimento di 27 milioni di euro per la trasformazione dell’impianto produttivo. Dopo quattro anni, però, la realtà è ben diversa e la crisi del settore potrebbe dare un’ulteriore colpo di grazia al territorio con gravi ripercussioni per tutte quelle famiglie che dalla Dsm traggono il proprio sostentamento economico.

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