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foto di repertorio

PIETRAVAIRANO – Tubercolosi, sequestraste cinque aziende agricole

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PIETRAVAIRANO – Tubercolosi, sequestro sanitario per cinque aziende agricole di Pietravairano. L’ordinanza è stata emessa dal sindaco della città, Francesco Zarone, che ha agito su disposizione dell’Azienda Sanitaria Locale. I veterinari dell’Asl hanno riscontro, infatti, in diversi capi di bestiame, delle cinque strutture produttive finite sotto sequestro, la presenza di tubercolosi. E’ scattato così il sequestro per le aziende Robbio A. Papa, Robbio C., Del Sesto e Grande. La procedure, in questi casi, prevede anche l’abbattimento dei capi risultati infetti e il divieto di commercializzazione del latte e dei prodotti da esso derivanti.
Una situazione, quella del sequestro, che si innesta in una crisi già forte del comparto agricolo e zootecnico, sia locale che nazionale. Il sequestro delle aziende, quindi, potrebbe rappresentare un colpo durissimo per gli imprenditori coinvolti nella vicenda. Una situazione che preoccupa il sindaco pietravairanese: “…. tenuto conto delle possibili ricadute delle predette ordinanze sulle già sofferenti condizioni economiche degli allevatori locali, si chiede di effettuare tutti gli approfondimenti di competenza di codesta spettabile U.O.V., al fine di verificare che la patologia ( tubercolosi ) sia effettivamente ancora presente o meno e non si diffonda ulteriormente . Tutto ciò al fine di verificare che sia debellata in modo radicale” .
Questo l’invito che il primo cittadino di Pietravairano, Francesco Zarone, rivolge al competente reparto dell’Asl di Caserta. Intanto, questa mattina, i vigili urbani della città hanno eseguito le ordinanze di sequestro.

Tubercolosi bovina e bufalina:
La tubercolosi bovina è una patologia con effetti socio-economici e di salute pubblica di notevole rilevanza, essendo una malattia trasmissibile anche all’uomo. L’agente causale della malattia è il Mycobacterium bovis, appartenente al complesso del Mycobacterium tubercolosis che include M. tubercolosis, M. bovis, M. africanum e M. microti. La malattia si diffonde nel bestiame attraverso inalazione di areosol da tosse o da starnuto di animali infetti o da particelle infette di polvere. La diffusione tuttavia potrebbe anche avvenire indirettamente da pascoli o acque contaminate. L’andamento dell’infezione, una volta stabilitas i dipende, da una parte dalla virulenza del micobatterio e dalla sua dose infettante e, dall’altra, dallo stato immunitario (naturale o acquisito) degli animali. Nel caso di contagio per via intestinale i micobatteri giungono all’animale con l’alimento o attraverso l’acqua di bevanda. Mycobacterium bovis è in grado di provocare nell’uomo forme di malattia che risultano non distinguibili per gravità, lesioni e decorso rispetto alla forma causata da Mycobacterium tubercolosis.  Mycobacterium bovis risulta estremamente virulento sia per l’animale che per l’uomo, mentre la varietà tubercolosis lo è spiccatamente per la specie umana ma ha patogenicità molto ridotta per quella bovina.  La fonte principale di contagio per l’uomo da Mycobacterium bovis è rappresentata dal contatto con animali infetti e dall’ingestione di prodotti provenienti da animali infetti, in particolare prodotti derivati da latte non pastorizzato. E’ una malattia a decorso cronico il cui quadro clinico è in relazione alla localizzazione, alla natura e all’entità delle lesioni nei vari organi e tessuti colpiti. Oltre ad una situazione depauperante generalizzata, l’animale essendo colpito dall’infezione prevalentemente a livello polmonare, manifesta tosse inizialmente secca e rara quindi più frequente e produttiva. Successivamente, il processo si cronicizza con polmonite cronica e liquazione delle parti lese e cavitazione.

 

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2 commenti

  1. Questa è davvero una brutta notizia speriamo si risolva presto! Siamo vicini alle Aziende colpite ed esprimiamo la nostra solidarietà.
    Cordiali saluti.

  2. Solidarietà a tutti gli uomini di buona volontà.
    Ma chi è preposto alla salvaguardia dell’ambiente e della salute pubblica è cosciente che le aziende agricole pietravairanesi, così condotte, tra cimiteri di carcasse, infiltrazioni dei liquami nelle falde acquifere e gas serra, producono più inquinamento che latte?