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ALVIGNANO – L’ultimo saluto al maresciallo Simone

alvignano. Diverse  centinaia di persone hanno partecipato ai funerali di Angelo Simone, il maresciallo della stazione dei carabinieri di Mignano Montelungo che l’altra mattina ha ucciso il suo vice togliendosi poi la vita. Due comunità, quella di Dragoni (paese del padre) e quella di Alvignano dove viveva la madre, hanno voluto accompagnare all’ultimo viaggio del luogotenente. Al seguito del feretro – partito dalla casa paterna nella frazione San Marco del comune di Dragoni, fino alla Chiesa dell’Addolorata del vicino Alvignano – c’erano anche i vertici provinciali e regionali dell’arma dei carabinieri: il comandante regionale dell’Arma dei Carabinieri, generale di divisione Carmine Adinolfi e il comandante provinciale colonnello Crescenzo Nardone; poi tanti colleghi e amici del 52enne. Tutti increduli per l’attimo di follia a cui l’altro giorno Simone si è abbandonato. La funzione religiosa è stata celebrata  dal cappellano militare della scuola allievi carabinieri di Benevento, don Emilio Di Muccio. Il corpo di Simone riposerà nel cimitero di Alvignano. Quasi alla stessa ora, a molti chilometri di distanza, esattamente a Cassino, si svolgevano i funerali dell’altro carabinieri morto, Tommaso Mella, ucciso proprio dal suo superiore Simone. C’erano i gonfaloni dei comuni di Mignano Montelungo (dove il sindaco ha dichiarato il lutto cittadino), San Pietro Infine e Cassino.  Incontenibile la rabbia della moglie di Mella che, straziata dal dolore, accusava i vertici dell’arma di aver lasciato solo il marito. Intanto, secondo alcune indiscrezioni, a scatenare la follia del maresciallo Simone sarebbe stato un fax arrivato negli uffici della caserma di Mignano Montelungo, la mattina del delitto. Un documento, molto probabilmente, relativo alla gestione, da parte del maresciallo Simone,  dei buoni carburanti; gestione contro  la quale il vice comandate Mella aveva sollevato dubbi esponendoli ai livelli superiori che avevano aperto un’inchiesta amministrativa. Il rapporto fra i due era incrinato da tempo; il comandante – che aveva partecipato qualche anno fa all’operazione che portò all’arresto di Giuseppe Setola –  sembra avesse chiesto un allontanamento del suo vice dalla caserma.

 

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