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TEANO – Caso Boragine, la gente chiede agli amministratori uno scatto d’orgoglio: rinunciare alle indennità

teano. Il caso della famiglia Boragine scuote la città. L’assenza di fondi  per i servizi sociale  e la conseguenza cancellazione dei servizi in favore della famiglia del 14enne affetto da Sla, indigna tutti. Ma indigna ancor di più  l’assenza di iniziativa da parte dell’amministrazione comunale per risolvere il problema. Secondo numerosi cittadini, il sindaco Raffaele Picierno e la sua giunta dovrebbero rinuncioare alle indennità di carica e devolverle in favore delal famigoia Boragine.
Un gesto che in tanti altri comuni viene regolarmente attuato proprio per soccorrere i m eno fortunati.
Si sta consumando un dramma umano e familiare davanti ai nostri occhi e noi li abbiamo chiusi tutti e due. Le istituzioni, quelle che dovrebbero dare sostegno economico, medico e psicologico sono completamente assenti, ognuna dietro le proprie vere o presunte limitazioni di organico e finanziarie. Parliamo del dramma che sta vivendo la famiglia di Cosimo Boragine. Si Cosimo Boragine, sempre lui con  un figlio affetto da una malattia degenerativa, la moglie in una grave fase depressiva e lo stesso Cosimo, conosciuto ex dipendente Ferrarelle oggi uomo disperato e solo. Le istituzioni – e per fare nomi e cognomi – al servizio  delle politiche sociali, fino a qualche tempo fa sensibile ascoltatore delle necessità soprattutto del  giovane Cristian.  Oggi la risposta è che non ci sono risorse e dunque non è più possibile garantire l’assistenza domiciliare, intanto prosegue l’iter difensivo  presso il Tribunale di S.Maria C.V. per una condanna penale  inflitta al padre Cosimo per aver “insultato l’assistente sociale del Comune di Teano”.   Il servizio di Igiene mentale, dove la madre di Cristian si recava per avere assistenza per la grave crisi depressiva in cui è precipitata, è stato trasferito a Marzanello.
Almeno tre volte a settimana ha la necessità di consultare lo psichiatra ma solo il marito Cosimo la può accompagnare con la macchina- Intanto in queste ore il figlio Cristian e la sorellina restano soli , accuditi,  quando è possibile,  da presenze amorevoli che da anni prestano generosamente il proprio aiuto. Cosimo si licenziò anticipatamente dal lavoro per dedicarsi interamente all’assistenza del figlio che dall’età di sette anni (oggi ne ha quindici) gli fu diagnosticata questa forma di malattia degenerativa  che  sta ultimamente mostrando maggiore aggressività. Per questo motivo periodicamente il ragazzo viene trasportato presso i vari ospedali per ricevere le cure del caso che, almeno tentano di dare un minimo di sollievo alle sofferenze di un ragazzo che invece dovrebbe stare in giro a sfogare tutta l’energia della giovane età. Oggi l’intera famiglia è stata lasciata sola. E’ di qualche ora fa un appello lacerante al quale noi non abbiamo saputo rispondere se non con questo articolo. Cosa possiamo fare, quali sono i nostri limiti, non conosciamo altro strumento per arrivare non dico al senso di responsabilità delle istituzioni almeno  alla loro sensibilità di uomini.  Siamo preoccupati che la situazione precipiti perché lo stato di salute di Cristian sta ulteriormente peggiorando ed il giovane da ormai segni di insofferenza alla vita, così pure la madre che a volte è presa da tentazioni autolesionistiche”.

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