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Angelo Barretta

SESSA AURUNCA / CELLOLE – Consorzio di Bonifica, Barretta scopre le carte: ecco la verità. E la magistratura indaga sulle passate gestioni

SESSA AURUNCA / CELLOLE (Matilde Crolla) – “Quando mi sono insediato al Consorzio di Bonifica come commissario straordinario nominato direttamente dall’allora presidente della Regione Campania, Stefano Caldoro, ho trovato ben 41 milioni di euro di debiti”. Con queste parole esordisce il suo discorso l’attuale sindaco di Cellole, Angelo Barretta, nel corso della conferenza stampa indetta ieri mattina in Comune. Carte alla mano, foto, documenti e anche tanta amarezza che, alla luce delle polemiche degli ultimi tempi, lo hanno visto costretto ad indire un incontro con i giornalisti per chiarire una volta per tutte la sua esperienza di commissario del Consorzio di Bonifica durata quattro anni. “Da premettere che esprimo la mia più viva solidarietà ai lavoratori del Consorzio, persone che ho conosciuto ed ho stimato nel mio percorso commissariale. Non mi sono esposto più di tanto nel dimostrare la mia vicinanza negli ultimi tempi solo perché sono stato buttato anche io nel calderone delle polemiche. Ritengo ingiustamente. Molti partono dalla fine, si limitano a raccontare e denunciare i debiti che ci sono oggi al Consorzio, senza sapere cosa io ho trovato quando mi sono insediato”, afferma Barretta. “Il 1 gennaio 2012 sono stato nominato da Caldoro. Una delibera regionale del novembre 2011 riconosceva 27 milioni di euro di debiti per gravi inadempienze economiche e finanziarie degli anni 2008/2011. Bilanci di previsione e consuntivi mai approvati in quegli anni- incalza l’ex commissario Barretta-. Il 6 gennaio 2012 quando sono arrivato al Consorzio mancava addirittura l’energia elettrica. I fax venivano inviati da un tabacchino. Insomma, c’erano delle criticità notevoli legate alle gestioni precedenti alla mia. Nei primi tre mesi di mandato ho dovuto preparare dei piani di rientro”. Il Consorzio di Bonifica rischiava di essere chiuso, come un carrozzone politico inutile. “Ma io non potevo consentirlo. La Regione ed i vertici dello Stato in generale evidentemente dimenticano che tutti i Consorzi di Bonifica non rappresentano solo un servizio di irrigazione dei campi, ma sono fondamentali per la prevenzione idrogeologica- spiega il sindaco di Cellole-. Se non ci fossero noi saremmo un pantano o addirittura ricoperti dal mare”. La fascia tricolore cellolese è entrato poi nello specifico della questione dell’indebitamento. “L’Enel rivendicava un credito nei confronti del Consorzio di Bonifica di circa 8,5 milioni di euro. Con il mio intervento siamo riusciti a ridimensionarlo, portando anche l’iva dal venti per cento al dieci per cento. Al mio insediamento- continua- vi erano ben 68 conti correnti aperti presso la Banca di Credito del Garigliano. Ho dovuto chiuderli con gli interessi, senza oneri aggiuntivi per la Regione Campania che veniva informata di tutto, ma non mi ha mai risposto in merito alle difficoltà riscontrate”. Angelo Barretta spiega che il Ministero per le Politiche Agricole e Forestali aveva stanziato 21 milioni e 200mila euro per le opere irrigue che con bando di gara erano state affidate alla società Malinconico. “Il Consorzio prelevò negli anni 2009, 2010, 2011 per spese generali personale un milione e 467mila euro da quelle somme che poi il Ministero decise di riprendersi. Ma io riuscii a rimpinguare 500mila euro di quelle somme con compensazioni. Grazie ad un censimento effettuato durante gli anni della mia gestione commissariale gli utenti sono diventati 15mila, recuperando 3.4 milioni di euro. Insomma, sono raddoppiati i ruoli dei contributi consortili. Al momento del mio insediamento vi erano ben cinque mensilità arretrate dei dipendenti che risalivano a settembre e che io ho pagato ai lavoratori. Ho eliminato i pignoramenti presso la Tesoreria che era il Banco di Napoli con le transazioni. Abbiamo approvato ben quindici bilanci tra consuntivo e previsionale degli anni passati”. Barretta incalza poi nei confronti delle passate gestioni del Consorzio di Bonifica. “Sulla scrivania quando mi sono insediato ho trovato una catasta di assegni scaduti. Negli anni precedenti al mio insediamento sono stati spesi un milione e mezzo di euro all’anno per la manutenzione ordinaria che non comprendo come sia stata fatta, visto che gli impianti erano obsoleti”. Il sindaco Barretta punta il dito anche nei confronti della Regione Lazio. “Dal ’97 con propria legge regionale il Lazio non riconosce più il Consorzio di Bonifica Aurunco. I Comuni di Minturno, Santi Cosma e Damiano e Castelforte dovevano passare a quello del Sud Pontino. Ma di fatto il protocollo che avrebbe dovuto sancire questa scissione ed il successivo passaggio tra la Regione Campania e la Regione Lazio non c’è mai stato. Dunque, per anni e tutt’ora il Consorzio di Bonifica Aurunco espleta il servizio anche per i tre Comuni laziali che pagano il ruolo ma che di fatto poi non contribuiscono ad altre spese di gestione, come ad esempio l’energia elettrica e la manutenzione. Solo i ruoli emessi e corrisposti non bastano”. Barretta continua la sua conferenza stampa spiegando che “non si può addebitare al commissario straordinario la responsabilità delle assunzioni effettuate. E’ vero che ho assunto duecento stagionali, ma loro sono serviti a riqualificare tutto il perimetro consortile con otto impianti pubblici rimessi completamente a nuovo. Abbiamo abbattuto grazie a loro i costi di manutenzione, altissimi in passato e senza aver dato i vantaggi sperati. In questo modo, invece, è stata fornita occupazione e nello stesso tempo sono stati rimessi a nuovo tutti gli impianti. Nel 2015 abbiamo acquistato le pompe nuove che non richiederanno più manutenzione continua con conseguenti costi aggiuntivi. Per l’acquisto di queste pompe abbiamo indetto una gara europea e sono stati messi al corrente di ogni azione gli organi competenti. Il 31 luglio 2014 cadde un adduttore che portava acqua dalla Campania al Lazio. Noi ci attivammo con la somma urgenza. Ho portato avanti battaglie giudiziarie per concludere le transazioni con i creditori. Ho inviato ben 47 lettere in un anno alla Regione per informarla di tutti i soldi che abbiamo risparmiato con l’Enel e Malinconico e per chiedere all’Ente di palazzo Santa Lucia le somme in eccedenza che attraverso il risparmio ci servivano a pagare le mensilità ai dipendenti e che ammontavano ad un milione e 400mila euro. Il 15 febbraio 2016, alla mia uscita dal Consorzio, le eccedenze ottenute dal mio lavoro ammontavano ad un milione e 480mila euro. Con decreto regionale sono state liquidate 686mila euro e pagate le mensilità di marzo ed aprile. Con il piano di rientro da me attuato sono stati versati 600mila euro di contributi previdenziali. Ora restano in Regione Campania 746mila euro che gli stagionali hanno già pignorato per le mensilità arretrate e non riscosse ancora. Ma gli indeterminati non hanno ancora attivato le clausole di salvaguardia degli stipendi, spero lo facciano al più presto. Non dimentichiamo che con bando europeo vinto dall’Equitalia siamo riusciti ad ottenere l’anticipo del 30% del ruolo centoventi giorni prima dell’erogazione dello stesso. In questo modo si riescono a pagare le spese ordinarie e gli stipendi, oltre a garantire i contributi previdenziali”. Ma Barretta incalza: “E’ in corso un’attività di indagine partita da gennaio 2015 che sta lavorando proprio sulla gestione passata del Consorzio di Bonifica Aurunco. Nonostante le polemiche, infatti, vorrei chiudere ricordando che oltre alla messa in sicurezza degli impianti, necessaria anche alla luce della morte di un giovane presso l’impianto di San Castrese, gli sgrigliatori che negli anni sono costati un milione di euro all’anno, a noi sono costati solamente ottantamila euro con amministrazione diretta e non dovremo più acquistarli. Ribadisco- conclude Barretta-, tutto è in mano alla magistratura. Io sono contento del lavoro svolto. Credo di essere riuscito a salvare un Consorzio che rischiava la chiusura”.

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