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PIEDIMONTE MATESE – Scandalo vigili urbani, sotto processo anche un giudice

PIEDIMONTE MATESE – Scandalo caschi bianchi, coinvolto anche un giudice di Santa Maria Capua Vetere. Come tanti altri utenti della strade avrebbe chiesto e ottenuto “l’ammorbidimento” di un verbale. Tutto secondo uno schema ben consolidato e scoperto dalle fiamme gialle matessine. Il prossimo ottobre un altro giudice, quello per l’udienza preliminare, dovrà decidere sull’eventuale rinvio a giudizio dell’indagato.  La posizione del giudice  del tribunale sammaritano  è stata stralciata dal resto dell’inchiesta e quindi degli altri due processi che scaturiscono dall’inchista della finanza.  L’accusa, per molti degli indagati, è di associazione per delinquere, truffa ai danni dello Stato, abuso d’ufficio, peculato, falso ideologico e materiale in atti pubblici, in quanto gli ufficiali sono  ritenuti responsabili di aver manipolato, occultato e distrutto verbali elevati per la violazione dei limiti di velocità procurando, nel contempo, un danno per le casse del comune di Piedimonte Matese di 23mila euro. I provvedimenti eseguiti furono un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di Gaetano Zullo, matesino 60enne, in servizio presso la polizia municipale di Piedimonte Matese; un’ordinanza di applicazione degli arresti domiciliari nei confronti di Giuseppe Esposito, di 62 anni nato a Napoli, già in servizio presso la polizia municipale di Piedimonte Matese e, in atto, presso il comune di Bellona; un divieto di dimora nel territorio della regione Campania nei confronti di Elvio Luigi D’Aria, 51 enne di Letino responsabile della società “all service s.r.l”, con sede in Caianello, che gestiva gli autovelox del comune di Piedimonte Matese. Inoltre vennero interdetti dall’esercizio di agenti della polizia municipale di Piedimonte Matese, con sospensione per un periodo di 2 mesi: Giancarlo Borrozzino, di 54 anni; Alberto Raccio, Marco Bove, Giuseppe Viscione,  Salvatore Pangalli,  Vincenzo Raffaele Boleto,
La complessa attività di indagine è stata coordinata dal Procuratore della Repubblica Luigi Gay presso il tribunale di Santa Maria Capua Vetere e condotta dalla Guardia di Finanza di Caserta sotto il comando di Francesco Saverio Manozzi in collaborazione con la tenenza delle fiamme gialle di Piedimonte Matese, comandata da Liliano Liberato, e con il nucleo mobile diretto da Nicola Goglia.  Già da anni, secondo quanto emerso, i pubblici ufficiali coinvolti avrebbero strumentalizzato, per interessi privati, il servizio pubblico di rilevazione delle violazioni del codice della strada, attraverso la falsificazione o soppressione di verbali di contravvenzione con l’ausilio del tecnico della ditta preposta alla gestione degli autovelox. Su circa 5mila verbali, acquisiti durante le indagini, oltre 600 sarebbero risultati arbitrariamente alterati o soppressi.

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un commento

  1. Leggo dalla libera stampa che la Magistratura va a fondo nell’indagine sui vigili poco vigili e molto truffaldini di Piedimonte Matese. Ma il Sindaco, capo della Polizia Municipale, non ne sapeva proprio nulla? Starano. Per motivi analoghi e forse meno gravi perchè legati solo ai soldi, la Polverini si è dimessa! G.P.