PIETRAVAIRANO. Per la delocalizzazione delle cave e del cementificio Moccia su monte Monaco solo il comune può decidere sul destino urbanistico del territorio. Lo ha stabilito la Presidenza del Consiglio dei Ministri. La Regione Campania e il gruppo Moccia, però, fanno “orecchie da mercante” e fingono di ignorare la cosa. Ieri l’ennesima prova data dalla riunione indetta a palazzo Santa Lucia. Nonostante questo importante punto a favore del comune, la Regione Campania e il gruppo Moccia fanno “melina” e tentano di mistificare una realtà imputando al sindaco Francesco Zarone e alla sua opposizione alla delocalizzazione la causa per la crisi occupazionale che investe i dipendenti dell’impianto casertano. La riunione convocata dalla Regione è apparsa al sindaco di Pietravairano, Francesco Zarone, come una trappola attraverso la quale l’assessore regionale, Severino Nappi, tentava di scaricare sul governo pietravairanese – per il no alla delocalizzazione – la crisi occupazionale del gruppo Moccia. “Siamo stati attaccati e offesi – precisa Zarone – da un assessore apparso troppo tifoso. Non staremo a guardare, inoltreremo querela alla Procura perché si faccia piena luce su continue e incomprensibili pressioni. Resta il nostro no all’arrivo delle cave e dei cementifici perché abbiamo scelto di puntare sullo sviluppo ecosostenibile e sull’agricoltura. La regione e il gruppo Moccia – conclude Zarone – continuano a voler ignorare anche quanto stabilito dal consiglio dei ministri, in nostro favore”. Dopo un aspro scontro verbale – fra l’assessore Nappi, il sindaco e il legale del municipio, l’avvocato Giancarlo Fumo – la delegazione pietravairanese ha abbandonato, in segno di protesta, la riunione. Le richieste dalla società Moccia non sono compatibili con le norme tecniche di attuazione dello strumento urbanistico vigente nel comune di Pietravairano. Il primo cittadino era accompagnato dall’assessore Rodolfo Porcelli e dal comandante dei vigili urbani, Giuseppe Izzo.
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