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RIARDO – Fonderia, dopo l’arresto dei Ragosta i “tifosi appassionati” restano ‘orfani’

RIARDO –  L’avvcocato Federico De Pandis – il grande vecchio della politica locale, già sindaco del paese – appare essere uno dei maggiori simpatizzanti del progetto voluto dal gruppo di Fedele Ragosta, arrestato ieri, insieme ai suoi fratelli. De Pandis avrebbe già incontrato diversi giovani disoccupati riardesi ai quali avrebbe palesato una prossima definitiva occupazione all’intero della fonderia. De Pandis, insomma, è apparso, finora, sempre inm prima fila per “aiutare”  i Ragosta a divulgare la bontà del loro progetto.  In tanti, a Riardo, speravano in un suo impegno in difesa del territorio.

FONDERIA? MA ANCHE NO! – Contro l’arrivo di una fonderia – mentre gran parte dei politici e amministratori preferivano essere “neutrali” – è nato il gruppo “Fonderia? Ma anche no!”.
Raccolte, in poco tempo, oltre mille adesione, sia attraverso il web che con azioni in piazza.
Ecco le ragioni del loro no: “    dico no perche’ tengo alla  mia salute e a quella delle persone a me care;  dico no perche’ non inquino l’ambiente in cui vivo, non danneggio quello che mangio e voglio bene al mio paese. Dico no perché mi sento in dovere di lasciare ai miei figli un territorio sano, così come i miei genitori hanno fatto con me. Dico no perchè sussiste un forte rischio di contaminazione e di sovra-sfruttamento della falda acquifera  profonda, la stessa a cui attingerebbe lo stabilimento Ferrarelle;    dico no perchè il sito individuato per l’istallazione dell’acciaieria è di tipo paludoso e quindi inadeguato dal punto di vista idrogeologico; dico no perchè secondo la p.t.r. il territorio di Riardo appartiene ad una zona con forte vocazione agricolo-culturale, pertanto l’economia locale deve puntare allo sfruttamento delle risorse che da secoli rappresentano le ricchezze del luogo. Dico no perche’ il comune di Riardo gia’ un anno fa ha bocciato il progetto”.

PELLA E MANCINI CONTRO IL SINDACO: DIMETTITI –  “Il sindaco Angelo Izzo dovrebbe dimettersi con la sua maggioranza. Non solo non ha imposto il rispetto delle delibere del consiglio comunale nelle quali si vietava ai Ragosta il semplice studio di fattibilità; ma hanno avuto con loro anche diversi incontri. I Ragosta sono stati ospitati nella sala consiliare dove il sindaco ha fatto gli onori di casa. L’arresto dei fratelli Ragosta è solo l’ultimo atto di una serie di inchieste nelle quali sono coinvolti. Tutti sapevano solo Izzo e la sua maggioranza, fingevano di ignorare, diventando sponsor del progetto della fonderia nelle campagne riardesi.”
Sono parole dei consiglieri comunali Angelo Mancini e Roberto Pella – gli unici finora a prendere posizione chiara nell’affare della Fonderia – che puntanol ‘indice contro l’amministrazione per l’assoluta assenza di chiarezza nell’intera vicenda. “Su una questione così importante per il paese e così devastante per il territorio un sindaco non puà tacere. Ora magari in molti saranno pronti a saliure sul carro del vincitori dicendo no alla fonderia”.

ARRIVA ANCHE IL “NO” DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO REGIONALE, PAOLO ROMANO –  “Sono contrario alla realizzazione di un impianto siderurgico a Riardo perché appare incompatibile dal punto di vista ambientale e rischierebbe di compromettere economie già consolidate”. Lo ha affermato il presidente del Consiglio regionale della Campania, Paolo Romano, a proposito del Progetto per la realizzazione di un impianto siderurgico di seconda fusione acciaio a Riardo. “Comprendo bene che un progetto siderurgico a Riardo avrebbe costi, soprattutto in termini di acquisizione dei terreni, sensibilmente meno elevati che altrove. Tuttavia non credo sia possibile correre per questo il rischio di pregiudicare irresponsabilmente il prestigioso patrimonio idrico sotterraneo e le legittime aspirazioni del Parco delle acque minerali che ha proprio Riardo come Comune capofila”. “Personalmente – ha aggiunto il presidente Romano – non ho nulla contro gli impianti industriali che possono certamente costituire un volano per lo sviluppo e l’occupazione del territorio ma che devono, però, trovare la loro sede naturale nelle Asi, cioè nelle Aree di Sviluppo industriale a ciò deputate”. “Al di là di quello che sarà l’esito della verifica sull’assoggettabilità o meno del progetto siderurgico di Riardo alla Valutazione di Impatto Ambientale, – prosegue il presidente Romano – è necessario adottare tutti gli strumenti utili a stabilire le giuste priorità partendo dall’istituzione di un Tavolo tecnico-istituzionale intorno al quale chiamare i diversi soggetti a vario titolo interessati, dalle rappresentanze istituzionali locali, provinciali e regionali, alle parti sociali, per individuare un percorso che garantisca gli interessi generali, a partire dalla tutela dell’importante patrimonio ambientale ed in particolare idrico di Riardo. Cosa, questa, che io credo possibile – ha concluso Romano – senza che per questo venga intaccato il diritto ad una libertà di impresa che non può far pagare i suoi costi ad un territorio e a una comunità che va invece sempre e comunque garantita”.

L’ARRESTO DEI RAGOSTA – Arrestati i vertici del gruppo Ragosta. Volenvano realizzare una fonderia nelle verdi campagne riardesi, attratti, probabilmente, dalla ricca falda acquifera della zona. La strututra, infatti, per poter funzionare, ha bisogno di consumare 25 litri di acqua per ogni secondo.
Il gruppo Ragosta voleva realizzare una fonderia nelle fertili campagne riardesi. Un progetto portato avanti nonostante due delibere di consiglio comunale in cui si vietava il semplice studio di fattibilità. Ma il potente gruppo industriale non si è arreso facilmente, l’amministrazione comunale, di fatto, in pochi mesi cambia idea, ammorbidisce la propria posizione,  fino ad ospitare il gruppo nella sala consiliare per poter spiegare alla cittadinanza la “bontà” del progetto. Il popolo riardese, poco meno di tremila anime, non ci sta e si organizza in un comitato “Fonderia? Ma anche no!” che in pochi giorni raccoglie circa  mille adesioni per dire no alla realizzazione della struttura ritenuta fortemente inquinante. I fautori della fonderia rilanciano e nasce l’associazione culturale “Il Castello”. Non si occupa di libri, di convegni e dibattiti, né di cultura. Sponsorizza, semplicemente, il progetto del gruppo Ragosta come l’unico capace di risollevare le sorti dell’economia riardese. Una economia che non appare affatto in crisi, certamente lontana da quelle devastate di altri comuni vicini. A Riardo la stragrande maggioranza della forza lavoro è occupata a Ferrarelle, altri in aziende agricole di buon livello, poi ci sono tanti impiegati pubblici, liberi professionisti, imprenditori e artigiani. Le ricche falde acquifere riardesi – capaci di alimentare le sorgenti della Ferrarelle e della Natia così come quelle della Santagata (situata in territorio di Rocchetta e Croce ma appartenete allo stesso bacino di Riardo) – sembrano essere la vera attrattiva per la fonderia del gruppo Ragosta che ha bisogno di circa 25 litri di acqua per ogni secondo per i propri impianti. Una enormità che non tutte le falde acquifere possono garantire nel tempo. La fonderia dovrebbe nascere nel cuore di campi capaci di garantire prodotti di altissima qualità; fra decine di aziende agricole e diversi caseifici bufalini i cui prodotti – da anni – vengono distribuiti in tutta Italia ed anche oltre confine. Poco distante – un paio di chilometri in linea d’area  – le sorgenti della Ferrarelle, uno dei più importanti marchi di acqua minerali del mondo che basa  la propria fortuna sull’integrità dell’ecosistema circostante.
Sono finiti in un’operazione della Guardia di Finanza contro il clan Fabbrocino. Sequestro di beni per un miliardo di euro. Le misure cautelari, richieste ed ottenute dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, sono complessivamente 60miciliari,   L’inchiesta giudiziaria riguarda «affari» di esponenti di rilievo del clan camorristico Fabbrocino, ritenuto egemone nell’area vesuviana e del Nolano, in provincia di Napoli. Fra gli arrestati anche Fedele Ragosta, la moglie Anna Maria Iovino,  Giovanni Ragosta, la moglie Carmela Vanacore e  Francesco Ragosta.

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3 commenti

  1. circoli dell'ambiente

    Sa’ direttore mi viene spontaneo chiedermi se ……. questa notte il LUPO ululera’ di dolore , in quanto tutti i suoi intrallazzi non potranno piu’ aver luogo.
    Poi mi consenta farle una domanda che nasce spontanea !! Se la persona li’ raffigurata se non erro ha detto che si chiama De pandis , ed ha scritto che e’ il grande vecchio della politica locale, mi viene spontanea la domanda di dire , “SE…… questa persona , che e’ un grande vecchio politico del territorio , per cui vuol dire che ha le sue influenze , come mai non ha fatto nulla precedentemente per questi ragazzi disoccupati?? come mai ha aspettato un industriale qualsiasi che proponeva l’insediamento di una fonderia sul suo territorio ??? be’ la domanda nasce spontanea ma la risposta??????

  2. Vede direttore che le informazioni e le ricerche erano attendibili adesso spero che vadano via da Riardo, mi permetta di sottolineare che il primo post di denuncia il mio risale a molte settimane , ancor prima che si svegliassero quelli che oggi pretendono un ruolo che non gli appartiene.

  3. Erano cose risapute che solo alcuni riardesi preferivano ignorare