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ALVIGNANO / PIEDIMONTE MATESE – Sannio Alifano, la rivolta dei 120 acquaioli e il “coraggio” di Cappella che diserta l’incontro

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Alvignano / Piedimonte Matese – “Non mantenere gli impegni assunti con noi operai è immorale. Basta ledere la dignità dei lavoratori e delle loro famiglie”. E’ la precisa accusa rivolta a Pietro Cappella, presidente del Consorzio Sannio Alifano dai 120 acquaioli che perderanno, anche per questo anno, una serie di benefici a causa del mancato raggiungimento del tetto minimo delle giornate lavorative. Mancano i soldi. Questa la giustificazione che da alcuni anni Cappella e la sua “corte” ripete all’infinito. I soldi però mancano solo per gli operai, per assumere sette unità a tempo indeterminato nella “meravigliosa” macchina amministrativa, invece, ci sono. Ci sono anche per le ultime due assunzioni, fra cui il “nipotino” del presidente Cappella. Da anni agli operai, invece, lo stesso Cappella dice di tirare la cinghia, di fare sacrifici perché i tempi sono cattivi. Ma la misura, ormai sembra colma e se l’amministrazione dell’ente continuerà su questi binari allora la protesta potrebbe anche degenerare perché il limite di sopportazione delle maestranze sembra essere colmo.

“Le sette assunzioni a tempo indeterminato volute dall’attuale gestione del consorzio sono un autentico scempio” hanno evidenziato alcuni relatori puntando l’indice contro una gestione dell’ente che appare clientelare e non adeguate alle reali esigenze dell’utenza e degli stessi lavoratori.

“Basta essere presi in giro dagli amministratori e dai politici. Bisogna incatenarsi, bisogna fare una vera rivoluzione contro questo modo di gestire il Sannio Alifano.” Sono state queste, in sostanze, le parole urlate da Maddalena Di Muccio, ex sindaco di Alife che ha puntando l’indice anche contro le tante promesse fatte dall’assessore regionale Daniela Nugnes che promette, promette, ma non mantiene mai. Nei mesi scorsi, infatti, hanno evidenziato tanti operai, era venuta ad Alife assicurando che i 120mila euro necessari per garantire il raggiungimento delle giornate minime agli acquaioli la regione li avrebbe messi a disposizione. Purtroppo non si è andati oltre l’annuncio, oltre lo spot propagandistico. Ma in un mondo – quello politico – dove si vive essenzialmente sull’annuncio perdendo di vista le cose concrete, non c’è da meravigliarsi.

Inutile dire che alla riunione di ieri sera, presso la sala consiliare di Alvignano, nessuna traccia del presidente Pietro Cappella e della sua “corte”. Molto meglio i salotti, i convegni e gli spot. Affrontare gli operai che – giustamente rivendicano i loro diritti – sarebbe stato tempo perso, probabilmente. L’assessore regionale, Angelo Di Costanzo ha assicurato che attivertà i canali giusti per risolvere la questione.

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Pietro Cappella, presidente Sannio Alifano. Sotto accusa per l'assunzione del nipote
Pietro Cappella, presidente Sannio Alifano. Sotto accusa per l’assunzione del nipote

 

 

 

 

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2 commenti

  1. Ma quale rivolta, è solo una richiesta di elemosina. Lo dimostrano i “tantissimi” commenti espressi qui dagli acquaioli. Cane non mangia cane e democristriano non mangia democristiano. Ha fatto bene Cappella a non calcolarli proprio non presentandosi a questa farsa, lui che sa bene di che pasta sono fatti questi rivoluzionari della domenica. Piuttosto chiediamoci perchè sono tanti gli acquaioli e se le vie per le quali sono entrati non sono le stesse le stesse del nipotino del presidente. Quindi meglio se si tacciono.

  2. Certo che i politici anche dello stesso partito mi riordano il film: Parenti serpenti…..