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PIEDIMONTE MATESE – Ospedale, sale operatorie ferme: sanità negata per 100mila utenti dell’Alto Casertano e del Matese

PIEDIMONTE MATESE – Il Matese stretto nella morsa del gelo, cede anche l’impianto termico che serve le sale operatorie. I medici costretti ad incrociare le braccia e a spostare i pazienti su altre strutture. Bloccato, di fatto, anche il pronto soccorso; infatti la gestione delle emergenze che con le sale operatorie fuori uso non può essere assicurata.  Il guasto si è verificato lo scorso lunedì, ma l’Asl non sembra avere fretta e promette di inviare un tecnico (solo per preparare una relazione) venerdì prossimo. Poi, la prossima settimana, in base a quel rapporto, l’azienda sanitaria deciderà eventuali interventi da attuare. Secondo le previsioni più ottimistiche, le sale operatorie riapriranno non prima di una quindicina di giorni. Ulteriori disagi e disservizi, quindi, si abbattono  su 100mila casertani, residenti in una quarantina di comuni compresi nell’area Matese – Alto Casertano, per i quali ammalarsi appare un lusso, troppo grande. Dopo la chiusura dell’ospedale di Teano resta attiva solo la struttura di Piedimonte Matese.  Un ospedale che dovrebbe garantire servizi e assistenza ad una vasta zona e che invece vive frequenti criticità dalle quali scaturiscono pesanti disservizi per l’utenza. La problematica che ha spinto alla chiusura delle sale operatorie è solo l’ultimo tassello di un quadro desolante che di fatto rende i servizi sanitari nell’Alto Casertano e nel Matese una chimera. I residenti, per curarsi, sono costretti a continui pellegrinaggi verso le strutture del Molise, del Lazio oppure verso il capoluogo di Terra di Lavoro. Non è bastata una sentenza del tar, confermata poi dal Consiglio di Stato, che imponeva all’Asl di incrementare i presidi e il personale sull’intero territorio. Dopo la chiusura dell’ospedale di Teano – unico in provincia di Caserta a possedere tutte le certificazioni di sicurezza previste dalle legge –  si riducono ulteriormente i posti letto per la popolazione dell’Alto Casertano. Ora, è disponibile poco meno di un posto letto per ogni 1000 abitanti. La media regionale  è invece di 3,2 posti letto per 1000 abitanti. Una media che sale ulteriormente per il capoluogo partenopeo. “Il Commissariamento della Sanità in Regione Campania –   precisa Umberto Pugliese, segretario provinciale della Cgil –  oltre a non produrre sostanziali miglioramenti sull’andamento dei costi, ha ulteriormente ridotto e dequalificato i livelli di assistenza per i cittadini”.

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