ROCCAROMANA – Scandalo Acms, vigile e assessore davanti al giudice per l’udienza preliminare

ROCCAROMANA – Sarà discussa oggi, salvo imprevisti e problemi tecnici,  la posizione di molti indagati nell’ambito dello scandalo Acms. Sarà l’udienza preliminare a stabilire l’eventuale rinvio a giudizio degli indagati.  Una inchiesta che  investe l’amministrazione comunale roccaromanese guidata dal sindaco Anna De Simone perchè  coinvolto l’assessore Vincenzo Argenziano e il comandante dei vigili urgani Antonio Zarrillo, fratello del vicesindaco Maria Zarrillo.  Entrambi sono anche autisti di pullman; entrambi, secondo l’accusa avrebbero poi svolto il ruolo di autista per la stessa società di trasporti: Mataluna. Centrale – secondo l’accusa – il  ruolo  svolto da Zarrillo, più marginale e penalmente meno rilevante quello dell’assessore. Entrambi si sono sempre detti estranei ad ogni accusa e sicuri di poter dimostare la propria innocenza durante il prosieguo dell’inchiesta. Le intercettazione consentivano l’emersione di ulteirori affari penalmente rilevanti relativi alla aggiudicazione di appalti di servizio da parte del Comune di Roccaromana per la effettuazione di alcuni viaggi.  Zarrillo – dal tenore delle conversazioni telefoniche intercettate – appare essere preposto all’espletamento delle gare, provvedendo agli inviti, alla verifica e alla successiva comunicazione dell’aggiudicazione.  Inoltre, sempre il contenuto delle conversazioni telefoniche intercettate rende evidente anche i motivi della collusione tra lo Zarrillo e il Mataluna, giacchè il primo suole prestare attività lavorativa come autista per conto del secondo e di altre agenzie a quest’ultimo comunque collegate. La conversazione, intercorrente tra il Mataluna Antonio e tale Vincenzo, identificato poi come Argenziano Vincenzo, assessore al turismo presso il comune di Roccaromana, evidenzia anche l’interesse di quest’ultimo per le aggiudicazioni in favore del Mataluna Antonio, anche se non lascia trasparire le specifiche modalità di coinvolgimento dello stesso Argenziano nell’illecito affare