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FONTEGRECA – Sava, il fiume della vergogna. Due mesi di burocrazia e inefficienze. Intanto l’inquinamento non si ferma

Dopo due mesi  l’inquinamento è ancora presente nel fiume Sava, le immagini non lasciano spazio alla burocrazia alla inefficienza

FONTEGRECA – Il fiume Sava diventa il fiume della vergogna, da due mesi presenta segni evidenti di inquinamento. In due mesi nessuna istituzione competente è stata capace di fornire alla popolazione del Matese una spiegazione sulle ragioni del fenomeno.  Istituzioni che dovrebbero rassicurare i cittadini sulla salubrità del territorio in cui vivono e che, invece, spiccano per la loro assenza. Eppure tutto avviene all’interno dell’aerea del Parco del Matese, una delle zone più integre dell’intera provincia di Caserta. Era il sette ottobre scorso quando una schiuma densa ricoprì gran parte del corso d’acqua invadendo anche il terreno oltre le sponde. La segnalazione arrivò quasi subito all’ufficio tecnico del piccolo municipio di Fontegreca, ma nessuna iniziativa fu assunta. Solo dopo molti giorni, su esplicita denuncia di un consigliere di minoranza – Elisabetta Cambio – si attivò la procedura prevista. Lo scorso undici novembre, personale dell’Arpac si recò in zona per prelevare i campioni necessari per le analisi. Due giorni dopo toccò al personale dell’Asl “visitare” la zona. I risultati degli esami sui campioni prelevati, dopo oltre venti giorni non sono ancora pronti. Alle sollecitazioni degli amministratori di Fontegreca, i tecnici dell’Arpac avrebbero opposto inconvenienti tecnici dovuti al malfunzionamento di alcuni personal computer.  Il fiume Sava – prima di gettarsi nel  Volturno – scorre nel comune di Fontegreca, all’interno dell’antica Cipresseta, un biotipo unico in Europa, interessato da uno studio del Cnr e affidato alle cure del Corpo Forestale dello Stato. Una ragione in più essere più rapidi e più efficienti. Invece nulla.  Intanto la schiuma bianca e  densa, tipica di un inquinamento chimico oppure da fanghi di depurazione, si è ripresentata  puntuale l’altro ieri quando le piogge torrenziali hanno gonfiato il corso d’acqua.   L’indignazione popolare scaturita dalla vicenda e alimentata dalla lentezza delle istituzioni  ha prodotto la nascita del gruppo “La rivolta dell’acqua” che ha già raccolto, in pochi giorni, circa duemila firme a sostegno del progetto che ha proprio lo scopo di sensibilizzare le autorità sulla vicenda e, in generale, sulla tutela del Matese.

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