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CASERTA – Rifiuti tossici, l’onorevole Picierno: basta parole, servono fatti. Ecco l’intervento della deputata sidicina

CASERTA -Rifiuti tossici e bonifiche (mancate), Pina Picierno dice basta alle parole e spinge per l’attuazione di azioni concrete. Lo ha affermato questa mattina durnate il suo discorso alla Camera, ecco il resoconto stenografico dell’intervento di stamattina dell’onorevole Pina Picierno su rifiuti tossici e bonifiche.
Veniamo da giorni in cui le prime pagine dei giornali sono state occupate da notizie e commenti in merito alle dichiarazioni rese da Carmine Schiavone alla Commissione di inchiesta sul ciclo dei rifiuti nel lontano 1997. Schiavone – lo sappiamo – aveva anticipato il contenuto di quelle dichiarazioni, che sono state desecretate durante l’ultimo Ufficio di Presidenza, già a diverse emittenti televisive.
Tutti noi – credo – abbiamo letto quel testo riga per riga, parola per parola, con lo stato d’animo di chi di fronte all’orrore, di fronte alla devastazione che si è consumata nel territorio a cavallo tra la zona nord di Napoli e la provincia di Caserta, è in cerca di risposte, è in cerca di ragioni ed è in cerca anche, ovviamente, di responsabili.
Ma nessuna novità è emersa da quei verbali, abbiamo il dovere di dircelo stamattina: purtroppo, di quell’orrore avevamo già pieni gli occhi, avevamo già piena la mente. Sapevamo già tutto, signora Presidente, rappresentante del Governo e colleghi; e quel tutto così insopportabile, quel tutto così ingiusto, quel tutto così devastante, ce lo aveva raccontato il lavoro instancabile della magistratura, ce lo avevano raccontato le testimonianze già note di altri pentiti. E ce l’aveva raccontato anche qualche giornalista, che per raccontare quello scempio ha messo a rischio la sua stessa vita: cito, a titolo di esempio, Roberto Saviano, cito il sul libroGomorra, che è uscito sei anni fa e che racconta per filo e per segno l’orrore contenuto in quei verbali.
Un orrore durato 20 anni, signora Presidente.
Un orrore che ha il volto delle migliaia di donne, delle migliaia di uomini, delle migliaia di bambini che hanno imparato sulla loro pelle che la camorra non ammazza soltanto con le pistole, ma ammazza soprattutto con i rifiuti tossici nella terra dei fuochi. Un orrore che ha le sembianze di una terra violentata, di una terra tradita, di una terra massacrata.
Una volta – ce lo ricorderemo – era uno dei territori più fertili d’Italia, veniva chiamata «Campaniafelix» la mia regione, e ha nutrito i nostri nonni e le generazioni precedenti dei nostri nonni. La provincia di Caserta, la mia provincia, era chiamata «terra di lavoro», prima di essere conosciuta come «Gomorra».
Perciò, se questa fosse la sceneggiatura di un film – ho già avuto modo di dirlo in quest’Aula –, sarebbe la sceneggiatura di un film dell’orrore, sarebbe la storia di un mostro, di uno degli assassini più brutali e feroci che siano mai esistiti, capace di trasformare una terra meravigliosa, una terra fertile, nella più grande discarica mai conosciuta di rifiuti tossici. Sarebbe la storia di un mostro che ha creato le condizioni per la più grande mattanza di vittime innocenti mai conosciuta in tempi moderni, perché è dagli anni Ottanta – ormai lo sappiamo – che questi mostri, che si fanno chiamare camorristi, utilizzano quel territorio come la più grande discarica di rifiuti tossici.
Tutto questo è avvenuto grazie al consenso e grazie al silenzio di imprenditori senza scrupoli e di politici corrotti, le altre due teste del mostro. Camorra, imprenditori e politici collusi: questi i tre nomi, le tre teste di questo mostro, che ha causato e continua a causare migliaia di morti ammazzati, signora Presidente; ammazzati, signor rappresentante del Governo, signor sottosegretario, anche dall’incuria dello Stato.
Io voglio ripeterlo stamattina: avevo già portato all’attenzione di quest’Aula nella scorsa legislatura e anche nei mesi scorsi i rilievi di numerosissimi studi scientifici – ce ne sono davvero a centinaia – che documentano la correlazione ormai nota e certificata esistente tra il numero di morti, l’incremento di patologie tumorali e la presenza di rifiuti tossici. Possiamo citarne qualcuno per rinfrescarci un po’ la memoria: quello realizzato dalla procura di Santa Maria Capua Vetere nel2006. Nel corso delle indagini sui reati ambientali legati sempre allo smaltimento di rifiuti tossici, la procura ha ordinato una ricerca sul numero di esenzioni ticket dovute a malattie tumorali, scoprendo, caro sottosegretario, che dal 1999 vi è stato un incremento del 400 per cento in più di incidenza in alcuni comuni che sono stati interessati da questi sversamenti illegali di veleni. Raffaele Cantone – voglio ancora citarlo in quest’Aula – ha parlato di una portata devastante dal punto di vista ambientale e per la salute dei cittadini; ha parlato di qualcosa che è impossibile da quantificare e da decifrare.
È una storia incredibile questa, una storia sconvolgente, ma quello che la rende ancora più insopportabile, Presidente, è che tutto questo non è noto da giovedì scorso, da quando i verbali delle deposizioni rese da Carmine Schiavone alla Commissione di inchiesta sul ciclo dei rifiuti sono stati desecretati. Tutto questo è noto da oltre vent’anni e in questi vent’anni nessuna azione è stata intrapresa, nessuna bonifica, nessuna iniziativa da parte dello Stato e della politica.
Io vorrei dire che non era certo necessario attendere le dichiarazioni di un ex collaboratore di giustizia – sottolineo «ex» collaboratore di giustizia – per accorgersi o per sapere cosa era accaduto alla mia terra. Lo dico a chi si è svegliato ora, a chi grida allo scandalo dopo aver taciuto per anni, a chi si è sempre girato dall’altra parte, a chi non ha mai ascoltato le associazioni, i cittadini – fino a qualche mese fa pochissimi – che hanno sempre denunciato. Io credo che noi abbiamo il dovere di fare chiarezza rispetto alle domande dei cittadini, cittadini che sono impauriti, sconvolti, terrorizzati.
La prima domanda a cui dobbiamo rispondere – io credo – è perché furono secretate quelle dichiarazioni. La risposta, cari colleghi, per chiunque conosca un pochino la storia criminale e anche giudiziaria della mia terra, è abbastanza scontata: erano in corso le indagini che avrebbero portato poi al processo «Spartacus», dove Carmine Schiavone era uno dei più importanti testimoni. Il processo «Spartacus» si reggeva sulle dichiarazioni di Carmine Schiavone. Imperdonabile è invece il fatto che non furono rese note dopo, a processo iniziato, quando i cittadini avevano il diritto di conoscere anche dichiarazioni su argomenti già ampiamente noti: noti, signora Presidente, perché l’operazione Adelphi, che accertò il ruolo del clan Bidognetti, attraverso Gaetano Cerci, e delle famiglie Schiavone e Iovine, oltre a quello di Cipriano Chianese, è del 1991. Dico tra parentesi, perché è bene ricordarlo, che Chianese ha continuato a lavorare per conto del commissariato di Governo fino agli anni 2000!
Nel 1993, di quei fatti, che erano già contenuti nell’operazione Adelphi, aveva riparlato Carmine Schiavone e, nel 1996, era arrivata la denuncia dettagliatissima di Dario De Simone, che aveva raccontato, con precisione e con particolari, il sistema societario e le modalità di partecipazione della camorra al business delle ecomafie. Noti, ancora, signora Presidente, perché Schiamone – dobbiamo ricordarlo ancora in quest’Aula – fu ascoltato durante l’udienza dibattimentale del 28 marzo del 1995, nel procedimento penale «Avolio più 19», che si era svolto presso la VII sezione penale del tribunale di Napoli e, successivamente, proprio per quelle dichiarazioni, la Criminalpol di Roma, su delega della procura napoletana, aveva provveduto a ispezioni e sopralluoghi nei siti indicati da Schiavone, gli stessi che erano contenuti nell’audizione desecretata giovedì scorso. Ma non sono stati mai trovati tracce o riscontri rispetto a rifiuti radioattivi o nucleari, come ha ribadito Cafiero De Raho, all’epoca capo della DDA a Napoli. Fatti noti, e qualche volta anche smentiti, quindi, signora Presidente, ma comunque parziali.
Questo è quello che ci preoccupa e che ci inquieta di più. Schiavone viene arrestato nel 1993 e già allora aveva un ruolo del tutto marginale nell’organizzazione dei Casalesi. Schiavone sapeva, ma di cose accadute molto tempo prima, di cose che risalivano agli anni Ottanta, tanto che, quando gli si chiede dei politici coinvolti nelbusiness delle ecomafie, lui risponde testualmente «tutti morti».
Sappiamo che non è andata così, sappiamo che i politici collusi, vivi e vegeti, coinvolti in questa storia di orrori, sono tanti, sono troppi: tanti nomi, tanti volti, tante facce, fino ad arrivare agli ultimi episodi che hanno visto implicato Nicola Cosentino.
Ma questo lo dicono anche altri pentiti, che aiutano a ricostruire i luoghi di questa mappa di veleni enorme, che avvolge la regione Campania e il territorio tra la provincia di Caserta, il napoletano e il basso Lazio: Vargas, Di Caterino, Vassallo. Insomma, ci sono tante tessere che compongono il puzzle di questa storia orribile, che negli anni è stata scoperta e raccontata grazie al lavoro instancabile della magistratura e delle forze dell’ordine, a cui anche oggi va il nostro ringraziamento.
Quel che è mancata, purtroppo, è la parte che spettava alla politica, la parte che spettava ai Governi che si sono succeduti in questi anni. L’introduzione del delitto di organizzazione e di traffico illecito di rifiuti è avvenuta soltanto nel 2001 nel nostro ordinamento, così come non si è intervenuti sulla confisca ai fini di bonifica e non si è migliorato lo strumento dell’interdittiva antimafia ed è per questo che Cipriano Chianese – come ricordavo prima – continua a lavorare, nonostante tutto, fino agli anni 2000.
E, soprattutto, cari colleghi, Presidente, non si è fatto nulla per evitare quella che è diventata la più grande mattanza di vittime innocenti mai conosciuta nella nostra epoca.
Ministro – Ministro che non c’è –, sottosegretario, vent’anni sono tanti e sono trascorsi vent’anni dalle prime dichiarazioni di questi pentiti e vent’anni sono così tanti da avere reso certamente più onerose e più complicate le operazioni di bonifica. Ma, sono anche così tanti da avere compromesso, ormai in maniera irrimediabile, la salubrità delle nostre terre. Sono così tanti che hanno addirittura corroso, ormai, i fusti nei quali erano contenuti quei materiali tossici. Questa è la verità più drammatica e più atroce che noi abbiamo di fronte.
E allora, signor sottosegretario, signora Presidente, prima ancora che da parlamentare di quel territorio, ma come cittadina di quella terra e come figlia di quella terra – e mi sento di farlo dando anche voce ai tanti cittadini che sono impauriti, che sono sconvolti, che sono terrorizzati, che sono arrabbiati –, io le chiedo, chiedo al Governo, chiedo al Governo Letta, che io sostengo, di scrivere in maniera definitiva la parola «fine» a questo scempio. Noi dobbiamo mettere la parola «fine» a questo orrore, a tutte le incomprensibili e inaccettabili omissioni che si sono verificate in questi anni, per troppo tempo e per troppi anni. Noi dobbiamo scrivere la parola «fine» a quanto è successo in questi anni e scrivere la parola «fine» significa fare cose precise.
Non è più il tempo delle parole prive di senso, non è più il tempo delle chiacchiere, ma è il tempo di fare cose concrete. Allora, le cose concrete che noi pensiamo di fare le abbiamo scritte, punto per punto, in questa mozione: noi crediamo che sia necessario completare l’anagrafe dei siti inquinati che devono essere bonificati; noi crediamo che si debba accertare, con il coinvolgimento dell’Ispra, i danni ambientali derivati dall’interramento illegale di questi rifiuti industriali e tossici; noi crediamo che si debba compiere al più presto l’attività istruttoria per il procedimento di costituzione di parte civile nei processi in corso per il relativo risarcimento dei danni; noi pensiamo che si debba definire e mettere a punto in maniera completa la mappatura dei siti contaminati da sostanze tossiche e da sostanze pericolose di interesse nazionale.
Poi vi è l’esigenza di un piano di bonifiche nazionale, sottosegretario, e di reinserire l’area denominata «litorale domizio-flegreo ed agro-aversano» e tutte le aree che sonostate oggetto di interramento illegale di rifiuti tossici nelle aree di interesse nazionale, perché, come lei sa, purtroppo sono state declassificate ad aree di interesse regionale.
Noi crediamo che sia indispensabile affidare il monitoraggio delle operazioni di bonifica all’Ispra, non solo per verificare lo stato dei lavori realizzati, ma anche per consentire, attraverso un supporto scientifico e di ricerca e attraverso l’implementazione di una rete che coinvolga le autorità locali – le procure, sottosegretario, le procure competenti – perché dobbiamo evitare – lo voglio dire con chiarezza – che chi ha avvelenato quelle terre ora si attivi per bonificarle, perché sappiamo che bisogna scongiurare assolutamente il rischio che ci siano delle aziende, in qualche modo correlate ai Casalesi, che si attivino per realizzare le bonifiche stesse.
E dobbiamo anche quantificare le risorse finanziarie necessarie alla realizzazione di queste bonifiche. Sappiamo che le risorse necessarie sono tante, sottosegretario, e sappiamo che sono necessari tanti soldi. Noi proponiamo, in questa mozione, di utilizzare parte delle risorse che sono contenute nel Fondo unico giustizia. So che è una proposta ampiamente condivisa in quest’Aula. Lei sa, sottosegretario, che nel Fondo unico giustizia arrivano tutti i fondi che sono stati confiscati alle mafie e, quindi, è un modo anche per risarcire le nostre terre dei danni che sono stati provocati da questi delinquenti. Facciamo in modo che quei soldi, che sono stati confiscati a questi delinquenti, ritornino sulle nostre terre e ritornino per bonificare quelle stesse terre.
Questo è quello che noi chiediamo: una serie di impegni precisi, una serie di impegni puntuali. Io mi auguro che il Governo si impegnerà a realizzare tutto questo e che il Governo accoglierà con entusiasmo queste proposte, quelle contenute nella mia mozione, ma anche quelle contenute nelle mozioni degli altri colleghi. Io spero anche che si riesca ad arrivare ad una mozione condivisa unitaria, sarebbe per davvero un bel segnale da dare alla Terra dei fuochi, da dare alla mia regione, da dare a tutti quei cittadini che ci guardano e che attendono delle risposte dalle istituzioni, perché quei cittadini per troppo tempo, per troppi anni, hanno percepito quest’Aula come lontana, come disinteressata, come lontana dai loro bisogni e dalle loro necessità. Allora, io credo che arrivare ad una mozione condivisa, ad una mozione unitaria, sarebbe un bel segnale da dare a questi cittadini. Se il Governosi impegnerà ad accoglierla io credo che noi ci incammineremo in quella strada che ci consentirà finalmente di voltare pagina. Non sarà un intervento risolutivo, signor sottosegretario, perché la strada che ci porterà a restituire la parola speranza ai cittadini campani, ai cittadini della Terra dei fuochi, è ancora una strada molto lunga. Sicuramente, però, accogliere questa mozione e il lavoro che stiamo facendo questa mattina in questa Aula, dopo troppi anni di silenzio, dopo troppi anni di disinteresse colpevole, è un passo nella giusta direzione. Quindi, io mi auguro che, insieme agli altri colleghi, riusciremo ad arrivare ad una mozione condivisa e a dare una risposta seria, giusta, concreta ai cittadini campani che ci guardano da lì e che si aspettano da noi soluzioni, e non più chiacchiere.

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