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VAIRANO PATENORA – ABBAZIA DELLA FERRARA, MONUMENTO SIMBOLO DEL FALLIMENTO. IN QUALUNQUE ALTRA PARTE DEL MONDO SAREBBE DIFESA DALL’ESERCITO. IN ITALIA E’ DIMENTICATA

VAIRANO PATENORA – L’incuria e l’abbandono potrebbero cancellare ciò che resta dell’antica  Abbazia della Ferrara. Oggi l’importante struttura giace in rovina e la chiesa, un tempo ammirabile per proporzioni ed ardimento architettonico, è in buona parte crollata ed è addirittura invasa dal bosco e dai rovi, sino ad essere ridotta ad asilo di animali selvatici. Inoltre,  è minacciata di crollo e distruzione persino la cappella funeraria di Malgerio Sorel, pregevole per gli affreschi ed il ritmo gotico della del XIII secolo, che probabilmente tramandano anche l’effigie di Pietro del Morrone. “Occorre intervenire la più presto per salvare questo importante patrimonio storico e culturale, non solo della città ma di tutto il territorio.” E’ questo il grido dall’allarme lanciato già da qualche tempo dagli storici e dalla gente. Un appello rivolto al mondo della cultura, della spiritualità, dell’economia, della politica ed alle Amministrazioni Comunali, Provinciali, Regionali e Statali competenti, nonché alle Istituzioni religiose, affinché la storica abbazia di Santa Maria della Ferrara, capolavoro gotico del XII secolo sia oggetto di interventi urgenti ed indilazionabili di disbosco, sfrascamento, e rilievo, finalizzati alla progettazione e realizzazione di opere provvisionali e di consolidamento e restauro della Chiesa e delle strutture badiali. Interventi tutti finalizzati anche alla fruibilità futura del Monumento ed all’inserimento dello stesso in un circuito di turismo culturale e religioso data la prossimità dei grandi poli monastici di Montecassino, S. Vincenzo al Volturno, Calamari. Prima badia cistercense nel regno di Napoli, fu luogo di culto, fortezza e azienda agraria. Oggi  dopo aver accolto Federico II e Celestino V, ospita gufi e volpi mentre il bosco ne invade le grandiose rovine. In questa abbazia era praticata una particolare e del tutto eccezionale devozione alla Terza Persona della Trinità. In effetti  intorno alla fine dell’anno mille ci fu la predicazione di Giocchino da Fiore che profetizzava l’età dello Spirito Santo, cioè della perfezione con un papa angelico che avrebbe spogliato la chiesa dalle ricchezze e dalla corruzione.  Il papa Celestino V per 18 anni ha studiata nell’Abbazia della Ferrara prima di partire per Roma dove fu ordinato sacerdote. All’intero dell’Abazia spicca il ritratto che raffigura la sepoltura di Malgerio Sorel – nobile del tempo che si fece monaco e lasciò ogni avere all’abazia. Nel ritratto si scorge anche il papa Celestino V, che assiste al funerale dell’amico. L’abbazia si consolidò velocemente e conobbe tempi di grande splendore. Era così prosperosa che non sfuggì al triste fenomeno della commenda, fu cioè affidata a prelati, nipoti di papa, o membri di grandi famiglie. I Commendatari, avrebbero dovuto proteggerla, invece, permisero ad abati disonesti di trafugare titoli di proprietà, beni e addirittura ex voto. Per l’Abbazia il colpo di grazia arrivo con la confisca – avvenuta nel 1806 –  a seguito della soppressione degli istituti monastici.

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