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PIETRAMELARA – Monsignor Felice Leonardo l’ultimo dei Padri Conciliari

PIETRAMELARA – La diocesi di Cerreto Sannita – Telese – Sant’Agata de’ Goti si prepara a vivere un momento comunitario per la ricorrenza del settantacinquesimo di sacerdozio del vescovo emerito Felice Leonardo, guida della Chiesa titernina per un lunghissimo periodo. Monsignor Leonardo, novantotto anni lo scorso 9 marzo (è nato a Pietramelara nel 1915) è entrato nel seminario interdiocesano di Calvi e Teano all’età di 11 anni, ed è stato ordinato sacerdote nel 1938. La sua Consacrazione Episcopale arriva il 29 settembre 1957, nella cattedrale di Teano, nominato vescovo della Diocesi cerretese di cui prnderà possesso il 20 ottobre successivo. Si ritirerà il 20 luglio del 1991, dopo trentaquattro anni di servizio, durante il quale la diocesi si trasformerà da Telese o Cerreto, assumendo l’attuale denominazione il 30 settembre 1986. Al di la delle tante opere compiute in diocesi, monsignor Leonardo è oggi uno dei tre prelati ancora in vita che presero parte quell’11 ottobre del 1962 alla cerimonia con cui l’allora pontefice Giovanni XXIII diede il via al Concilio Vaticano II, l’appuntamento che ha stravolto la vita della Chiesa. Di quella esperienza monsignor Leonardo ha parlato più volte in occasione del cinquantacinquesimo anniversario della ricorrenza, che Papa Ratzinger volle ricordare con un’udienza concessa proprio ai Padri Conciliari ancora viventi, ai Patriarchi delle Chiese Orientali e ai presidenti delle Conferenze Episcopali.Sono tre i Padri Conciliari ancora in vita: oltre all’illustre vescovo della chiesa titernina i cardinali Fiorenzo Angelini (romano, classe 1916) e Giovanni Canestri (piemontese, classe 1918). “La notizia della convocazione di un nuovo Concilio – ha ricordato monsignor Leonardo al collega Luca Marcolivio in un’intervista rilasciata proprio alla vigilia dell’udienza da Benedetto XVI – fece scalpore perché il Concilio precedente – il Vaticano I – risaliva a 90 anni prima  (1869-70), quindi nessuno di noi aveva esperienza in merito. Avevo 47 anni ed ero tra i vescovi più giovani. Avevo terminato da poco gli studi ma questo non mi esentava dalla riflessione continua e dal rapporto con i Padri Conciliari”. E non mancano i ricordi che ancora oggi, a distanza di oltre mezzo secolo, continuano a suscitare ilarità. Come quellod el lungo soggiorno a Roma, con i vescovi disseminati in tutta la città: “Per esempio, io mi sono trovato – raccontava – in un istituto di suore dove risiedevano soprattutto i reduci dalla Cina: per me fu utile per conoscere la realtà cinese dalla viva voce di chi la viveva”. Ed ancora: “Di tanto in tanto, o con la lettera o con la presenza, tornavamo nelle nostre diocesi. Ogni settimana comunicavo alla diocesi i fatti e le discussioni del Concilio. Ogni due o tre settimane tornavo in diocesi, rientrando poi a Roma con un autista che, in tre anni non imparò mai la strada del mio alloggio…”. Ricordi, esperienze e momenti di felicità di un religioso da settantacinque anni sempre in prima linea. Un vescovo che la Chiesa cerretese ha avuto l’onore di avere alla propria guida.

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un commento

  1. È un onore per Pietramelara avere questi natali