FONTEGRECA – Antimafia, Montoro: me ne frego!

FONTEGRECA -L’antimafia per il sindaco Antonio Montoro potrebbe anche non esistere, anzi potrebbe essere meglio. Questo concetto potrebbe essere ricavato da alcuni comportamenti che l’amministrazione comunale del piccolo centro Matesino sta assumendo negli ultimi tempi. Infatti non è bastata nemmeno l’interdittiva antimafia emessa dal Prefetto contro la ditta D’Angelo Costruzioni, per convincere la macchina muncipale di Fontegreca a sospendere il lavori che l’impresa sta eseguendo in loco.  Anzi, solo il consigliere di minoranza, Elisabetta Cambio – informata attraverso la stampa del provvedimento contro l’impresa D’Angelo – si è preoccupata di richiedere in Prefettura la notifica dell’interdittiva.

Il rimprovero del consigliere Elisabetta Cambio

“Dopo il secondo provvedimento interdittivo prefettizio che ha colpito la ditta D’Angelo costruzioni srl, aggiudicatrice di lavori pubblici in corso d’opera a Fontegreca, non resto affatto meravigliata di fronte all’ennesimo fallimento del sindaco Antonio Montoro, ormai giunto al capolinea, avendo dimostrato un’incapacità amministrativa a dir poco imbarazzante sull’attuale vicenda strettamente riconducibile al crimine organizzato e sulla quale lo stesso ne ha costantemente ed ostinatamente minimizzato la gravità. Mi stupisce, invece, e mi fa riflettere, la sventatezza con la quale, nonostante la notifica dell’informativa antimafia pervenuta all’ente civico il 18 luglio scorso alle ore 15,30 ca. a mezzo PEC, si è ritenuto di far proseguire il lavori anche durante la giornata del 19 luglio a dispregio di ogni  indirizzo dovuto ed obbligato dalla legge. Viene da chiedersi a questo punto, se queste scelte scellerate nascano semplicemente da una grave incapacità politica del primo cittadino oppure siano dettate da altri interessi e da meccanismi che a noi sfuggono e che non dovrebbero rientrare nella normale gestione della cosa pubblica. Viene ancora da chiedersi, a distanza di poco più di qualche mese fa, se il primo cittadino abbia mai riflettuto seriamente sulle richieste di dimissioni che nelle opportune sedi istituzionali gli avevo suggerito per il bene della collettività”.

Il documento