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CASAPESENNA – Nascondeva il boss Zagaria e cucinava per lui, quattro anni di carcere per l’insegnante di danza

Casapesenna (Maria Giovanna Pellegrino) – Condannata a quattro anni di reclusione, questa mattina 19 luglio, l’insegnante di danza Rosaria Massa, 40 anni di Casapesenna, la locandiera del boss Michele Zagaria che insieme al marito Vincenzo Inquieto coprì la latitanza dell’ex primula rossa. Il processo si è svolto con rito abbreviato dinanzi al gup Terzi del tribunale di Napoli. Il pubblico ministero Catello Maresca aveva chiesto una pena inferiore: 3 anni e 10 mesi. Requisitoria che invece non è stata ritenuta congrua dal gup che ha comminato a Massa la stessa pena alla quale, più di un anno fa, è stato condannato il marito. La difesa di Massa, rappresentata dall’avvocato Nicola Marino, preannuncia già  ricorso in appello, in quanto ritiene iniquo il trattamento che è stato riservato alla sua assistita avendo avuto la spessa condanna del marito, pur avendo una posizione meno gravata. La donna resterà dunque detenuta presso il carcere di Santa Maria Capua Vetere dove è ristretta dal momento in cui, lo scorso mese di febbraio, venne arrestata, mentre il marito si trova a Foggia. La donna è stata arrestata a distanza di un anno e mezzo dal marito ed oggi anche condannata, perché dal corso delle indagini, dallo sbobinamento di tutte le intercettazioni telefoniche,  dalla ricostruzione della mappa del bunker dove viveva Zagaria e dalla ricostruzione della rete dei citofoni che servivano a Capa Storta per collegarsi con i suoi mammasantissima in tutto l’agro aversano e nella cucina e nella camera da letto della sua locandiera, eludendo le intercettazioni, sono emersi gravissimi indizi in merito al suo pieno coinvolgimento alla latitanza del superboss. La signora era colei che accontentava Zagaria in tutte le sue richieste culinarie. Per lui cucinava e faceva la spesa, cercando di accontentare le pretese di “zii Michele” verso il quale sembrava mostrare una riverenza filiale.  A dimostrazione di questa familiarità, tra la Massa e il boss, vi sono le lettere che la signora ha mandato a Zagaria dopo la sua cattura mantenendo i contatti con il capoclan che si trovava ristretto al 41bis nel carcere di Novara. La signora era ben consapevole del personaggio di cui copriva la latitanza, a favore del quale ha impedito l’esecuzione della condanna all’ergastolo per Spartacus 1. Per il gup la posizione della signora ha lo stesso peso di quella del marito, perché  entrambi secondo i propri ruoli hanno fornito apporto logistico ad un superlatitante la cui vita da uccel di bosco è finita il 7 dicembre del 2011 dopo due anni di ferratissime indagini da parte di tutte le forze dell’ordine.

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