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MARCIANISE – Clan Belforte, 214 anni di con danne. Claudio Buttone nuovo pentito dei Mazzacane

Marcianise (Maria Giovanna Pellegrino) – Associazione camorrista, quasi 214 anni di galera al gruppo Belforte. Arrivano le condanne dal gup Ferri del tribunale di Napoli per i boss, i pentiti e tutti gli affiliati al clan Belforte Mazzacane di Marcianise per una . Ufficiale anche il pentimento di Claudio Buttone, sfratello di Bruno, anch’essi coinvolti nel procedimento odierno. Nel primo pomeriggio di oggi 19 luglio, la lettura del dispositivo con il quale il giudice per le udienze preliminari ha comminato a Maria Buttone 12 anni, Salvatore Belforte 6 anni, Francesco Zarrillo 6 anni ed 8 mesi, Concetta Zarrillo 10 anni, Antonio Zarrillo 6 anni e otto mesi, Luigi Trombetta 6 anni, Pasquale Sgueglia 6 anni e 8 mesi, Francesco Severi 6 anni ed 8 mesi, Antonio Rondinone 6 anni e 6 mesi, Clemente Rivetti 6 anni e 8 mesi, Gaetano Piccolo, classe 59, 12 anni, Gaetano Piccolo nipote, 6 anni, Antimo Piccolo 8 anni, Filippo Petruolo 8 anni, Felice Napolitano 8 anni e 4 mesi, Vittorio Musone 6 anni, Giovanni Musone 8 anni, Alessandro, Fabrizio e Andrea Menditti tutti ad 8 anni, Giuseppe Feola 8 anni, Antonio Della Ventura 5 anni e 4 mesi, il figlio Fulvio 6 anni e 8 mesi, Concetta Della Valle 6 anni Claudio Buttone ora pentito 5 anni, il fratello collaboratore Bruno Buttone 6 anni e 8 mesi, Raffaele Bellopede 6 anni e 8 mesi, Camillo Bellopede 6 anni Giovanni Anziano 8 anni.

 

Il giudice ha altresì disposto la confisca di tutti i beni che l’anno scorso vennero sequestrati per un valore di circa dieci milioni di euro, tra società, conti bancari e immobili. Nell’inchiesta erano coinvolti altri imputati i quali non hanno scelto il rito abbreviato e sono già finiti a giudizio.  Il reato associativo contestato al clan va dagli ultimi anni dal novanta fino ai giorni nostri. L’istruttoria è stata fatta dal pm distrettuale Luigi Landolfi il quale, nella sua requisitoria, aveva chiesto delle pene altissime che arrivavano anche a 28 anni di carcere per i soggetti più pericolosi. La nuova ordinanza che colpì imputati anche già detenuti come Belforte e altri soggetti come Della Ventura, alias ‘o cuniglio, scaturì da una serie di accertamenti che erano stati fatti sulla documentazione che era stata sequestrata nel corso degli anni a vari appartenenti al clan come allo stesso Bruno Buttone, addosso al quale venne ritrovato quando fu arrestato un libro mastro con conti in entrata ed i uscita con i nomi pure delle vittime che pagavano ai Mazzacane il clan acerrimo nemico dei Quaqquarone sempre di Marcianise contro il quale venne ingaggiata una spietata guerra per eliminare dal territorio marcianisano la famiglia dei Piccolo colpita anche in casa  come quando ci fu la strage del giovedì santo nel 1998. I Belforte sono temuti anche perché essi sono sorti dalle ceneri della Nco di Cutolo e si sono assestati sul territorio evitando lo scontro con i casalesi attraverso un patto di non belligeranza. Un ruolo fondamentale hanno avuto anche le moglie dei boss che in assenza dei rispettivi mariti hanno saputo mantenere le retini del clan e gestire l’azienda criminale. Per le discussioni della difesa sono stati impegnati gli avvocati Massimo Trigari,Romolo Vignola, Mariano Omarto, Renato Jappelli, Angelo Raucci, Giuseppe Foglia, Francesco Liguori.

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