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CASERTA – Camorra, negata la libertà al difensore del boss Cicciotto ‘e Mezzanotte. L’avvocato Santonastaso resta in carcere

Caserta (Maria Giovanna Pellegrino) – Detenuto dal 28 settembre del 2010, l’avvocato Michele Santonastaso, il penalista difensore del boss Cicciotto ‘e Mezzanotte, resterà ancora in carcere. I giudici del tribunale di Santa Maria Capua Vetere, sezione presieduta dal dottor Orazio Rossi, dinanzi ai quali si sta celebrando il processo che lo vede imputato insieme ai consulenti che avrebbero alterato le perizie foniche per impedire un ergastolo al figlio di Bidognetti, hanno rigettato la richiesta di scarcerazione avanzata dalla difesa che è già ricorsa in Appello. Dalle motivazioni, che giustificano il rigetto della richiesta di revoca della misura cautelare, si apprende che per i magistrati giudicanti dall’istruttoria dibattimentale non sarebbe emerso alcun elemento nuovo da indurre i giudici a far decadere l’ordinanza cautelare a cui Santonastaso è ancora sottoposto. La difesa ora tenterà la carta del ricorso in appello. A quasi tre anni dal suo arresto Santonastaso non si arrende ed intende dimostrare ad ogni costo la sua innocenza. Il penalista è stato indicato come l’avvocato che lesse in aula, per conto dei suoi clienti boss, un proclama che aveva il sapore dell’intimidazione nei confronti dello scrittore Roberto Saviano, dell’ex giornalista Rosaria Capacchione e del magistrato Raffaele Cantone che con il loro lavoro stavano dando molto fastidio ai Casalesi. In effetti l’ arresto scattò per due episodi: la perizia fonica ritenuta falsa che,a giudizio dell’ accusa sarebbe stata “comprata” da un perito con 100, forse 120 mila euro per ottenere l’ assoluzione dall’ accusa di duplice omicidio di Aniello Bidognetti e Vincenzo Tammaro e poi, in appello, anche del boss del Vomero Luigi Cimmino;e la predisposizione di una falsa testimonianza destinata a predisporre un alibi per l’ ex boss di Mondragone, oggi collaboratore di giustizia, Augusto La Torre. Il quadro delle indagini però è più ampio. Agli atti ed anche dalle dichiarazioni fatte in aula dai collaboratori di giustizia che si sono avvicendati in questo processo calvario per Santonastaso, soprannominato anche l’orologio svizzero, si fa riferimento a un presunto intervento del legale per far arrivare a Bidognetti un messaggio di La Torre che chiedeva un intervento sulla società dei rifiuti Eco 4 (la stessa al centro dell’ inchiesta sull’ ex sottosegretario Cosentino) dalla quale rivendicava una tangente. Emergono poi strategie processuali anomale: come quando il penalista avrebbe suggerito agli esponenti del clan di nominare altri avvocati in base a molto presunte “simpatie” con i magistrati. O come quando Santonastaso avrebbe invitato a distruggere un capannone dal quale era partito il gruppo di fuoco di un omicidio per depistare le indagini. Il piano poi saltò perché fu abbattuto il capannone sbagliato.

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