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Angelo De Simone

Tora e Piccilli / Napoli – Coronavirus e scuola, De Simone scrive a De Luca: sbagliato chiudere elementari e medie

Tora e Piccilli / Napoli – “Stiamo vivendo in un mondo capovolto, dove chi rispetta le regole è ormai surclassato da chi non le rispetta. Perché non ha mai voluto chiudere solo le aree realmente a rischio?”. Sono parole di Angelo De Simone, consigliere comunale di minoranza nel piccolo centro di Tora e Piccilli, contenute nella lettera che lo stesso ha inviato al governatore della Campania, De Luca, al presidente del consiglio Mario Draghi, al Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, al Ministro delle Pari Opportunità e la Famiglia. Una lettera aperta sulla chiusura delle scuole elementari e medie in Campania:
“…. Ho ascoltato attentamente il Suo discorso, prima di analisi politica nazionale, poi squisitamente campano sulla possibilità della chiusura delle sole scuole elementari e medie fino a fine Gennaio. Chi le scrive è innanzitutto padre di due bimbi di 7 e 9 anni, che hanno già fatto la prima dose di vaccino e nei prossimi giorni andranno a completare il ciclo vaccinale con la seconda dose. Chi le scrive, inoltre, ha già ricoperto il ruolo di Sindaco, per cui posso capire alcuni presupposti da Lei richiamati, ma non ne posso condividere i contenuti. La ritardata chiusura delle scuole da Lei paventata si basa su un presupposto che, mi scusi, ha la stessa insussistenza delle misure da Lei tanto criticate nella prima parte del discorso nei confronti del Governo Centrale. Lei ha dichiarato che chiuderà le scuole per poi recuperare il periodo di chiusura a giugno, (quindi non partirà la DAD?): forse non ricorda cosa è accaduto pochi mesi fa quando il Governo Draghi aveva proposto di tenere le scuole aperte a giugno… una deblacle!
Il presupposto da Lei richiamato di voler ritardare per consentire di vaccinare i bambi tra i 5 e gli 11 anni è un presupposto che si fonda su basi d’argilla, in quanto nel primo mese di vaccinazione under 12 i risultati sono, come da Lei stesso dichiarato, deludenti, con una percentuale pari al 10%. Cosa potrebbe cambiare in due settimane? Assolutamente nulla.
Forse a Lei sfugge un piccolissimo particolare: il vaccino non è obbligatorio. E c’è di peggio: i nostri bambini sono considerati, dagli alcuni genitori, come cavie, in quanto vogliono tutti aspettare “…per vedere come va!”. Stiamo vivendo in un mondo capovolto, dove chi rispetta le regole è ormai surclassato da chi non le rispetta. Lei critica la Lega e Fratelli d’Italia (che non appartengono al mio pensiero politico, ndr) perché strizzano l’occhio ai No Vax, ma la Sua proposta è altrettanto insensata in quanto non da una soluzione, ma rimanda il problema a 15 giorni e, così come accadeva non più di un anno fa, i bambini della Nostra Regione si vedranno rinviare l’apertura delle scuole fino a quando Lei, e solo Lei, deciderà la soglia minima di vaccinati che ne consentirà la riapertura. Lei ha ragione quando dice che nessuno prende decisioni nette, ma dire che si è perso tempo francamente mi sembra un modo stolto di andare necessariamente ed ostinatamente contro corrente: perché neanche Lei si pronuncia, ad esempio, sulla necessità di rendere obbligatorio il Vaccino? Perché già nei precedenti Decreti, quelli dello scorso anno, prendeva decisioni sulla chiusura di tutte le scuole campane basandosi solo sui dati delle ASL di Napoli ed ignorando totalmente il fatto che una grandissima parte dei comuni campani sono di piccole dimensioni, dove magari il problema del trasporto pubblico è inesistente perché di fatto non esiste proprio?
Perché non ha mai voluto chiudere solo le aree realmente a rischio?
Forse anche Lei, al pari di quei “famigerati” partiti di cui sopra, strizza l’occhio alle parti di territorio densamente abitate (e quindi con tantissimi elettori…), a discapito di chi, come noi, ha deciso di vivere in quella che di fatto tratta come la “periferia” della Regione Campania. Lei parla del tempo perso dal Governo Centrale, ma forse ignora che dalle Nostre parti, con la chiusura degli Ospedali e la riduzione all’osso dei pochi reparti rimasti in piedi, con una sanità mobile al collasso, si rischia ancora di morire per strada perché i soccorsi sono pochissimi, con personale ridotto al minimo che spesso ignorano i turni di lavoro…. Ma per farne di più, non in meno. Da Noi, nelle lande desolate dove si viene ogni cinque anni a chiedere voti (ma solo nei centri più grandi…) ci si conosce e per un medico, un infermiere, un operatore del settore pubblico o privato che sia, non portare assistenza ad una persona è come tradire un paese intero. I nostri figli vanno in scuole piccole, dove il personale docente e non docente, fa rispettare le regole al massimo, dove per un problema ad un alunno, anzi, ad un nostro figlio, siamo abituati a risolverlo dandoci una mano a vicenda, sempre rispettosi delle leggi e dei regolamenti che ci vengono imposti.  Ma stavolta, me lo lasci dire, vedere che i nostri figli, i quali avendo genitori snaturati sono stati addirittura vaccinati, debbano essere trattati diversamente da un bambino laziale, molisano, o lombardo, proprio non ci sto. L’articolo 5 della Costituzione ci rammenta che l’Italia è “una e indivisibile” e se è vero che tutela le autonomia locali, nel suo stesso concetto di “Unità” sancisce che non debbano esserci differenze di trattamento tra un bimbo del Sud ed uno del Nord, tra un alunno di città ed uno di “paese”. Se vorrà proporre una serie di soluzioni, che si basino anche sulle reali condizioni delle piccole realtà, sarò il primo a farmene promotore altrimenti, con molto garbo, lasci fare a chi il problema scuola lo vede da un’ottica più ampia, basata sulla parità e sulla razionalità”.

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