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PIGNATARO MAGGIORE – ARRESTATI DUE FIGLI DI DANTE PASSARELLI PER CONCORSO ESTERNO IN ASSOCIAZIONE MAFIOSA. SEQUESTRATI BENI MOBILI ED IMMOBILI PER UN VALORE DI 165MILIONI DI EURO.

PIGNATARO MAGGIORE –  E’ in corso da parte dei Carabinieri del Nucleo Investigativo di Caserta un’attività finalizzata a dare  esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal GIP di Napoli su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia nei confronti di cinque indagati. Si tratta dei fratelli Biagio e Franco PASSARELLI, della moglie di quest’ultimo e di altri due soggetti. Ai primi due viene contestato il concorso esterno in associazione camorristica denominata “clan dei casalesi” – fazione Schiavone, mentre alla donna ed agli altri due viene contestato il furto di 25 tonnellate di zucchero sottoposto a sequestro, al fine di agevolare l’organizzazione camorristica. Nel corso dell’operazione saranno sottoposti a sequestro beni mobili ed immobili riconducibili agli indagati, nonché quote e beni mobili ed immobili di alcune società tra cui la Commerciale Europea spa, a proprio marchio “Kerò”, per un valore complessivo di 200 milioni di euro.

Le accuse della Procura di Napoli

Nelle prime ore della mattinata odierna, i Carabinieri del Nucleo Investigativo di Caserta nell’ambito di un’indagine coordinata dalla Procura di Napoli-Direzione Distrettuale Antimafia, hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dall’Ufficio GIP presso il Tribunale di Napoli nei confronti di cinque indagati: i fratelli PASSARELLI Biagio ci.’63 e PASSARELLI Franco cl.65, ritenuti responsabili del reato di concorso esterno nell’associazione mafiosa denominata clan “dei casalesi” – fazione Schiavone; CANTELLI Susanna ci.’76 (moglie di PASSARELLI Franco), AMMALIATO Giuseppe cl.’78 ed ERRICO Giuseppe cl.’56, ritenuti responsabili del furto di circa 25 tonnellate di zucchero sottoposto a sequestro, verificatosi in Pignataro Maggiore (CE) il 19 luglio 2010, con l’aggravante di aver agito al fine di favorire l’associazione di tipo mafioso denominata clan “dei casalesi”. Il provvedimento cautelare ha disposto anche il sequestro preventivo dei beni mobili ed immobili riconducibili agli indagati PASSARELLI Biagio, PASSARELLI Franco e CANTELLI Susanna, nonché le quote e i beni mobili ed immobili intestati alle società I.P.A.M. Srl, Immobiliare Bellavista Srl, Centro Sud Commerciale Srl, tutte con sede in Villa Literno, e della Commerciale Europea Spa di Pignataro Maggiore, per un valore complessivo stimato in 200 milioni di euro circa. Tali società e i relativi patrimoni sono riconducibili, oltre che agli indagati, a PASSARELLI Gianluca ci. ’71, PASSARELLI Davide ci. ’77, NATALE Clelia ci. ’77 (moglie di PASSARELLI Gianluca). L’odierno provvedimento di sequestro colpisce beni che, per circa un terzo, sono nella libera disponibilità degli indagati PASSARELLI Franco e CANTELLI Susanna, mentre la restante parte è tuttora sottoposta a sequestro preventivo in virtù del decreto emesso da questa D.D.A. il 13 Luglio 2010.

Il reato di “concorso esterno in associazione mafiosa” contestato ai fratelli PASSARELLI

Biagio e Franco, è stato commesso dal 04.11.2004, giorno del decesso di PASSARELLI

Dante, momento che segna il trasferimento ai suoi eredi, per intervenuto dissequestro

1 nell’ambito del processo c.d. Spartacus, di una situazione patrimoniale ed imprenditoriale creata, conservata e sviluppata attraverso dinamiche indiscutibilmente legate alle sorti criminali del clan “dei casalesi”.

In tale contesto gli eredi di PASSARELLI Dante – in particolare i figli Biagio e Franco -hanno iniziato ad operare, non limitandosi al mero godimento dei beni e delle società ricevute in eredità, ma proseguendo consapevolmente il rapporto economico – criminale instaurato a suo tempo dal padre con il clan “dei casalesi”, in particolare con SCHIAVONE Francesco inteso Sandokan, ed il figlio Nicola. Dagli specifici elementi di prova raccolti nel corso delle indagini, emerge in maniera evidente un perdurante, consapevole, vantaggioso rapporto di interessi, sul piano imprenditoriale e criminale, tra gli indagati e i vertici del clan “dei casalesi”, legame ancora oggi emblematicamente rappresentato dalle società del gruppo di famiglia, prima fra tutte la Commerciale Europea Spa, operante nel settore della lavorazione e dell’impacchettamento di prodotti alimentari, principalmente lo zucchero, a proprio marchio Kerò. La sede di tale società è anche il teatro in cui si consuma il secondo reato contestato nel provvedimento odierno, ossia il furto di oltre 25 tonnellate di zucchero sottoposto a sequestro, ideato e realizzato da CANTELLI Susanna, amministratrice della società e titolare del 90% delle quote sociali, con la collaborazione di AMMALIATO Giuseppe, dipendente della Commerciale Europea, uomo di fiducia di CANTELLI Susanna ed impiegato nella gestione informatica degli ordini. Dalle loro condotte emerge un chiaro dispregio verso l’amministrazione giudiziaria, indice di indifferenza verso i precetti penali e verso le Autorità preposte al loro rispetto. Per lo stesso reato di furto, la custodia cautelare in carcere è stata disposta anche a carico di ERRICO Giuseppe, titolare dell’impresa di trasporti Errytrans, nonché autista di uno dei due camion utilizzati per compiere il furto; oltre alla specifica responsabilità per il delitto di furto, la condotta dell’ERRICO mostra un’ostinata reticenza ed un’evidente attività di depistaggio delle indagini svolte dagli organi inquirenti. Si tratta di un furto caratterizzato da particolare gravità che si desume dalle modalità del fatto, dal quantitativo di zucchero sottratto, dalla pluralità degli elementi emersi, tra i quali sono degne di particolare menzione le relazioni compilate da un’attenta, efficiente e coraggiosa amministrazione giudiziaria.

La Commerciale Europea Spa, emblema della prosecuzione dei rapporti economico -criminali tra il clan “dei casalesi” e la famiglia PASSARELLI, torna oggi ad essere interamente in sequestro dopo che nell’ottobre 2011 era stata restituita, per il 90% delle quote sociali, a CANTELLI Susanna.

Le indagini che hanno portato all’applicazione della misura cautelare personale e reale si basano sulle dichiarazioni rese da numerosi collaboratori di giustizia, a cui è seguita una minuziosa ed articolata attività di riscontro ulteriormente corroborata dall’esito di intercettazioni telefoniche ed ambientali svolte dai Carabinieri di Caserta, dalle dichiarazioni testimoniali meticolosamente assunte da persone informate sui fatti, dal contenuto delle preziose relazioni compilate dagli amministratori giudiziari.

 

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