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Sessa Aurunca – Inizia la Quaresima Sessana, giorni di tradizioni autentiche e irrinunciabili

Sessa Aurunca (di Giovanna Cestrone) – Conto alla rovescia terminato per quei cittadini di Sessa che attendevano con ansia la Quaresima. Oggi, mercoledì delle ceneri, per la chiesa cattolica si entra ufficialmente nel periodo quaresimale, durante il quale, per il popolo Sessano, inizia quella tanto attesa preparazione spirituale antecedente i riti religiosi, sacri e irrinunciabili, della Pasqua. Durante questo lasso di tempo lungo 40 giorni, tutti i venerdì si osserva il digiuno di carne. In sostituzione, è consuetudine consumare pietanze a base di baccalà, perlopiù fritto, in compagnia degli amici più cari. Nelle ore che seguono la cena, spesso nei vicoli del centro storico della cittadina, si sente cantare il Miserere, un canto polivocale, tramandato nei secoli in forma orale ed eseguito a tre voci maschili (alta, media e grave), che riprende i versi del Salmo 50 di Davide. Nel tardo pomeriggio dello stesso giorno, si può assistere all’esposizione dei Misteri della Passione e Morte di Gesù, presso la chiesa di San Giovanni a Villa. Dalla notte scorsa, ai balconi e alle finestre di alcune abitazioni, vengono esposte le Pupattole, anche conosciute col nome di “caraesema”, bambole di pezza, dall’aspetto alquanto scarno e abbruttito. Rappresentano la Quaresima, moglie del defunto Carnevale, nella sua austerità. Sono vestite di nero e recano nelle mani il fuso per filare la lana. Talora portano un paniere al braccio in cui conservano cibo molto misero, baccalà secco e fichisecchi, il necessario per sopravvivere. A volte il fuso, caduto ormai in disuso, è realizzato con un semplice bastoncino di legno infilato in una patata. Sotto la gonna della pupattola, pende un’arancia, frutto del tempo, con 7 penne di gallina infilzate, che vengono rimosse, una ad una, ad ogni domenica di Quaresima. L’ultima penna viene rimossa il giorno di Pasqua. È con queste ed altre tradizioni che la comunità di Sessa si avvia pian piano alla tanto attesa Settimana Santa. A questo punto, corre però l’obbligo e il piacere di un augurio immancabile: “pe cient’ ann” a tutti.

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