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PIETRAVAIRANO – Teatro tempio San Nicola, la riscoperta di un tesoro a costo zero. L’esempio di Pietravairano

pietravairano. Riscoprire e valorizzare un importante sito archeologico, un monumento, unico nel suo genere, senza faraonici finanziamenti e senza sprechi. Mentre altrove lo spending review diventa un mero principio da sbandierare nelle migliori occasioni, a Pietravairano appare un concetto perfettamente attuato. Nell’amministrazione pubblica servono essenzialmente tre cose: passione, impegno e sinergia. Lo dimostra l’azione attuata nel comune di Pietravairano dove già da qualche mese è partita la campagna di scavi che dovrà riportare alla luce il teatro tempio di monte San Nicola, senza alcun finanziamento. Una struttura quella di Monte San Nicola – afferma Luciano Rendina – unica nel suo genere che i romani (in età repubblicana) realizzarono quale simbolo di potenza da mostrare ai popoli della zona. Per fare questo scelsero la cima di un monte in modo che potesse essere ammirato da tutti: Pentri, Sanniti, Sidicini e da tutti coloro che si trovavano sulle strade che conducevano verso il Lazio, la Puglia e il Molise.  L’obiettivo sarà centrato grazie alla sinergia fra comune, Università di Lecce e Provincia di Caserta. Il municipio guidato da Francesco Zarone mette a disposizioni due operai che materialmente eseguono gli scavi; L’università di Lecce fornisce la consulenza scientifica sotto la guida del professore Gianluca Tagliamonte, coadiuvato da Luciano Rendina e da quattro studenti. La Provincia di Caserta fornisce una squadra di lavoratori forestali per la sistemazione e la messa in sicurezza del sentiero che conduce al Tempio. Non poteva mancare l’apporto dei privati; infatti c’è, a Pietravairano, chi ha  consesso gratuitamente la propria abitazione nella quale alloggiano gli archeologici.  La struttura, posta nel centro storico, è utilizzata anche come laboratorio per lo studio e la catalogazione dei ritrovamenti. I risultati, dopo qualche mese dall’inizio degli scavi, sono già buoni: una grossa fetta di teatro, vasi, decorazioni e tombe,  stanno  ritornando alla luce.  L’intervento è partito dopo la concessione giunta dal Ministero  per i Beni Archeologici che autorizza gli scavi fino a tutto il 2014. Secondo gli storici il tempio era un’area di culto fortificata dedicata alla dea Mefitis (in epoca sannitica) e a Giunone in epoca dello splendore dell’impero romano. Un centro dove oltre a venerare la dea si svolgevano  attività culturali  e politiche delle popolazioni sannitiche che occupavano l’area. In età romana, il tempio fu completamente trasformato con la costruzione di un ampio teatro, scavato direttamente nella roccia nel quale andavano in scena diversi spettacoli. “Tutelare e valorizzare le risorse archeologiche storiche e ambientali è l’obbiettivo principale della nostra amministrazione. Noi – precisa il sindaco Francesco Zarone – puntiamo allo sviluppo culturale del nostro territorio anche attraverso il coinvolgimento dei centri vicini con i quali diventa essenziale fare sistema per ottenere maggiore sinergia”.

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