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CASERTA / NAPOLI – L’arroganza del Prefetto di Napoli offende Don Patriciello, il prete anticamorra

CASERTA / NAPOLI – L’arronganza di un Prefetto contro Don Patriciello, il prete anticamorra. I prefetti, istituzione inutile e dispendiosa per le casse dello Stato. Un apparato burocratico da medioevo che quando viene poi rappresentato come nel caso di De Martino, allora diventa arronganza allo stato puro, deliro di innopotenza.

Don Patriciello scrive al prefetto  “Lei è antidemocratico come la camorra”

Quattro giorni dopo l’aggressione verbale, il cui video ha fatto il giro della rete, lettera aperta del sacerdote anticamorra al prefetto di Napoli: “Il pensare camorristico ha messo radici profondissime in tutti, bisogna sradicarlo a partire dai più piccoli comportamenti. Sulla vicenda era intervenuto Roberto Saviano: “Il prefetto si scusi” (Repubblica)

Ecco la protesta del parroco dopo le offese del Prefetto: “La Camorra non sarà mai sconfitta perché ha messo radici in tutti Napoli, 22 ott. (TMNews) – “Personalmente – scrive don Maurizio Patriciello – sono convinto che la camorra in Campania non la sconfiggeremo mai” perché il “pensare camorristico ha messo radici profondissime in tutti”. “Io alle mortificazioni sono avvezzo. Spendo la mia vita di prete nella terra del clan dei Casalesi. La mia Diocesi, Aversa, è quella – ricorda – di don Peppino Diana. Ma io dei camorristi non ho paura – aggiunge – Lo so, potrebbero uccidermi e forse lo faranno. Io l’ho messo in conto fin dal primo momento in cui sono stato ordinato prete”, ma “bisogna sradicare il fare camorristico sin dai più piccoli comportamenti” perché “tutto ciò che uno pretende in più per sè e non gli appartiene, lo sta rubando a un altro. Perché ogni qualvolta che una persona si appropria di un diritto che non ha, sta usurpando un potere che non gli è stato dato. Tutti – prosegue nella missiva indirizzata al prefetto di Napoli, a quello di Caserta e al ministro dell’Interno, Annamaria Cancellieri – possiamo cadere in queste sottili forme di antidemocrazia. Ecco, signor prefetto, glielo dico con le lacrime agli occhi, lei stamattina mi ha dato proprio questa brutta impressione. Lei ha calpestato la mia dignità di uomo”. “Ai miei diritti non rinuncio facilmente – conclude don Patriciello – ma, mi creda, cerco a mia volta di non invadere quelli di nessuno. Purtroppo, stamattina, credo che lei, signor prefetto, pur forse senza volerlo, abbia maltrattato e rinnegato i miei”.

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