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Milano/Marzano Appio – Perché non il presepe a scuola? Nel milanese invece della festa di Natale, la “ Festa d’ inverno”: perdiamo tasselli preziosi della nostra cultura.

Milano/Marzano Appio (di Nicolina Moretta) – Perché non il presepe a scuola? Nel milanese invece della festa di Natale, la “ Festa d’ inverno”: perdiamo tasselli preziosi della nostra cultura.
A Rozzano, nel milanese, sono stati rimossi i crocifissi dalle aule della scuola, inoltre si svolgerà la “ Festa d’Inverno” invece della festa di Natale. “Festa d’inverno” che l’istituto ha programmato per fine gennaio, in modo da coinvolgere tutti gli studenti a prescindere dal credo religioso. Dichiara il Dirigente scolastico Marco Parma:- Nel rispetto delle diverse tradizioni e aggiunge che visto i fatti di Parigi una festa di Natale potrebbe sembrare una provocazione. Tutto ciò con le proteste di alcuni genitori. E’ vero, dopo gli attentati di Parigi una reazione del genere da parte di qualche preside la si poteva temere, ma è accaduto davvero: a volte la realtà supera la fantasia. Già da anni ci si poteva chiedere perché nelle scuole si preferisce prevalentemente l’allestimento dell’albero di Natale all’allestimento del presepe e conseguentemente: ma non è che noi italiani rispettiamo tanto la dignità degli altri fino a mettere sotto i piedi la nostra? Perché non dovremmo fare il presepe a scuola o la festa di Natale con il tradizionale canto: “ Tu scendi dalle stelle”? Mi rendo conto che questo mio pensiero va a cozzare con il pensiero del preside della scuola del milanese. Tuttavia, per coerenza, pongo il quesito: aboliamo anche lo studio de “Il Cantico delle Creature” di ispirazione certamente Cristiana, ma che ci insegna in modo esemplare l’amore per la Natura e per tutte le sue Creature. Lo stesso autore: San Francesco, inventò il presepe. Voleva celebrare la Natività di Gesù Cristo, ma il presepe vuole anche celebrare l’amore per i bambini, per l’infanzia da proteggere dalla brutalità dell’uomo e dalle guerre che ancora infiammano il pianeta. E se ciò non bastasse aboliamo anche lo studio della “Divina Commedia”, anch’Essa è di ispirazione Cattolica Cristiana, ma anche ai laici insegna: Amore, Pace, Carità. E se ciò non bastasse cancelliamo tutta la nostra cultura Europea, anche quella laica comunque risente per tradizione storica dell’influsso del cattolicesimo; se ciò non bastasse ancora, per perdere del tutto la nostra identità storico-culturale, omologhiamoci. Omologhiamoci a cosa? Al capitalismo puro? O al nulla? Comunque stiamo perdendo tasselli preziosi della nostra identità culturale. La via dell’omologazione è stata presa. Dove ci porterà? Per ora non è dato sapere. Predisponiamoci, però, noi insegnanti a perdere anche il periodo di festività natalizie, come tali sono di ispirazione Cristiana, non per niente, per coerenza.

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un commento

  1. Grazie Cara per avere, attraverso la tua voce, raccontato in modo sentito e accorato quello che pensano tanti italiani cristiani. Tolleranza religiosa non significa rifiuto della propria identità culturale. Sono indignata da chi si piega al ricatto psicologico ed è pronto a sacrificare il nostro credo e la nostra storia. Vogliamo il crocifisso nelle aule, vogliamo festeggiare il Natale senza per questo dover urtare la sensibilità di qualcuno. Nn vogliamo dover aver paura di portare avanti le nostre tradizioni millenarie.