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FONTEGRECA – Inquinamento del fume Sava e le “misteriose relazioni” dell’Asl. Quattordici giorni per trasmettere un fax

FONTEGRECA – La burocrazia, si sa, è un elefante. Tuttavia quattordici giorni (due settimane intere) per trasmettere un semplice fax sembrano essere davvero troppi. Eppure è tutta realtà. Capita che lo scorso 13 novembre il comune di Fontegreca allerta l’Asl di Piedimonte Matese in merito all’inquinamento del fiume Sava. La nota viene acquisita il giorno successivo e quello ancora successivo, cioè il quindici novembre viene effettuato il sopralluogo. I risultati vengono trasmessi con una nota al comune e agli altri enti solo il 29 novembre. Ben quattordici giorni dopo.

L’inquinamento che pesa sul fiume Sava mette in evidenze diverse cose. Fra esse la scarsissima attenzione degli amministratori del territorio che dovrebbero avere come loro obbiettivo primario la salvaguardia di una zona ancora sostanzialmente salubre. Invece, in molti casi, gli amministratori sembrano essere sensibili alla “tutela” dell’ambiente solo quando lo stesso diventa strumento per spendere soldi pubblici  attraverso interventi che spesso diventano dannosi e deturpanti per l’ambiente stesso. Insomma, se attraverso un qualsiasi fondo pubblico è possibile realizzare una strada, oppure una qualsiasi altra colata di cemento lungo un torrente o un dirupo, allora, alcuni amministratori sembrano essere immediatamente “innamorati” dell’ambiente.  Quanto sta accadendo al fiume Sava dallo scorso sette ottobre mette in evidenza anche la “misteriosa” azione dell’Asl. Ecco cosa scrive Laura Leoncini, responsabile dell’Uopc di Piedimonte Matese in una nota, indirizzata ai vari enti ed autorità, dopo aver eseguito un sopralluogo sul fiume. Questo il passaggio “chiave” della relazione successiva al sopralluogo effettuato in data 13 novembre da tecnici e medici dell’Asl:

Si rappresenta che, in corrispondenza del tratto di corso d’ acqua superficiale di cui sopra:

• Non sono state avvertite maleodoranze;

• Non sono stati rilevati elementi indicativi di danni alla fauna ittica ;

• Non sono state rilevate problematiche igienico-sanitarie.

Tuttavia, nel tratto di fiume interessato che risulta “non accessibile con mezzi meccanici” e che risulta privo di abitazioni e/o insediamenti produttivi nelle vicinanze, è stata “notata la presenza di piccole chiazze di schiuma in piccole anse lungo l decorso, di cui non è stata individuata l’origine”.

Tanto si comunica per consentire ogni successivo accertamento o adempimento da parte degli Enti e Servizi in indirizzo, che si invitano a segnalare eventuali elementi indicativi di possibile rischio per  la Salute per la Popolazione che dovessero essere eventualmente da Loro rilevati in relazione alla problematica di cui sopra, al fine di consentire a questa UOPC eventuali ulteriori azioni di  competenza”.

Il mistero della vicenda potrebbe essere racchiuso in una domanda: ma serve una squadra di tecnico e di medici dell’Asl per giungere a tali conclusioni? Non si potrebbero impiegare meglio le risorse pubbliche? Sono necessari quattordici giorni per trasmettere un fax?

Le successive analisi dell’Arpac, invece mettono in evidenza la massiccia presenza di fanghi di depurazione e di tensioattivi.

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