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foto di repertorio

FALCIANO DEL MASSICO – Treno regionale soppresso, pendolari infuriati

FALCIANO DEL MASSICO (Alfredo Bovenzi) –  Soppressione treno regionale; viaggiatori infuriati. Intervento dei politici locali. Esplode la polemica.  E’ di questi giorni la notizia della probabile soppressione – per la stazione di Falciano-Mondragone – di una delle corse del mattino; forse la più importante nell’arco dell’intera giornata. Parliamo del treno Regionale 2416; che è proprio quello che maggiormente utilizzano lavoratori e studenti, per recarsi quotidianamente nei rispettivi luoghi di studio o lavoro.  A tutela dei lavoratori intervengono alcuni esponenti politici locali. Psi e Sel si rivolgono ai Sindaci delle tre comunità interessate e a tutte le altre rappresentanze dei cittadini (politiche, sindacali, o di categoria che siano) per l’immediata apertura di un tavolo di trattative, dove seggano principalmente l’Assessorato Regionale ai Trasporti e il  Ministero delle Infrastrutture, per affrontare definitivamente – con Trenitalia s.p.a. – la delicata tematica.  Di tutti i politici che si sono schierati al fianco dei viaggiatori, da Antonio Taglialatela, coordinatore del Partito socialista italiano di Mondragone a  Igor Prata, consigliere comunale Sel di Falciano del Massico del gruppo “Falciano Futura”; da Corrado Freddino, capogruppo in Consiglio comunale di “Falciano Futura”a Vincenzo Bertone, consigliere comunale di Carinola di “Coraggio e Libertà”; da Pasquale Tessitore, consigliere comunale di Sel di Francolise ad Andrea Capuano e Francesco Lombardi del Movimento “Mondragone Città Possibile” ai circoli Sel di Mondragone, Carinola, Francolise, Falciano del Massico, nessuno ha  assolutamente lesinato nel criticare duramente la scelta logisticamente immotivata di Trenitalia s.p.a. Hanno perciò inoltrato – mercoledì scorso – una nota congiunta ai sindaci del Comune di Mondragone, Falciano, Carinola, Francolise, chiedendo loro di essere convocati ad horas per stabilire indifferibilmente il da farsi per il ripristino (o per la non soppressione) della fermata – alla stazione di Falciano-Mondragone – di questa importante fermata.  Antonio Taglialatela si spinge oltre e afferma: “Solidarietà piena e convinta ai lavoratori e ai nostri studenti i quali, inermi, assistono, abbandonati dalle Istituzioni, a una sistematica opera silenziosa di demolizione del servizio pubblico di trasporti su ferro, arrivato a un uno stato di allarmante insufficienza, non compensato per nulla, in Provincia di Caserta, da un’agonizzante rete di collegamenti su gomma. Un colpo mortale inferto a un diritto fondamentale delle persone, un diritto primario dei tempi contemporanei. Il diritto alla mobilità è diritto umano. E oggi non si tratta di disapprovare una politica discutibile dei trasporti, di biasimare una pianificazione regionale e nazionale incredibilmente miope, che divide e allontana i territori invece di connetterli. Qui si tratta di denunciare un maltrattamento, un’offesa alla dignità delle persone, una macelleria sociale, un’umiliazione. Inermi e abbandonati, assistiamo all’umiliazione del declassamento, unito a un isolamento sempre più irreversibile nei riguardi dei cittadini di Falciano, Mondragone e Carinola e, oltremodo, dei paesi limitrofi, vedi Francolise, Sant’Andrea del Pizzone e altri, mediane decisioni prese nei caldi e comodi uffici, dove si programma in spregio delle condizioni dei lavoratori pendolari.”  Mentre – allo scopo – è sorto un apposito comitato di protesta, formato dai viaggiatori della tratta interessata, appare assolutamente necessario dare voce a chi voce non ha mai avuto. E fatti del genere ne danno conferma.

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