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foto di repertorio

VAIRANO PATENORA – Disservizi postali, Cantelmo denuncia Poste Italiane

VAIRANO PATENORA – Disservizi postali, il sindaco di Vairano Patenora, Bartolomeo Cantelmo, denuncia Poste Italiane. Con un dettalgiato esposto indirizzato al Procuratore della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere, la fascia tricolore vairanese ha inteso sollecitare la stessa Procura a far luce sulla vicenda ormai non più sostenibile:
“Il presente atto ha lo scopo di porre all’attenzione dell’Ecc.mo Sig. Procuratore della Repubblica adito accadimenti che si inseriscono nella insostenibile e non più tollerabile mala gestio di servizi di pubblica utilità, nella fattispecie il recapito della corrispondenza da parte di Poste Italiane, affinché vengano effettuati gli opportuni accertamenti, nonché venga valutata la sussistenza di eventuali profili di penale rilevanza di specifici fatti dedotti.
Il sottoscritto Dott. Bartolomeo Cantelmo, nella qualità di Sindaco P.T. del Comune di Vairano Patenora – provincia di Caserta – e in nome e per conto della Giunta Comunale che gli ha conferito mandato con delibera n°73 del 20/04/2017 , elettivamente domiciliato all’indirizzo di residenza sopraindicato,
ESPONE QUANTO SEGUE
Descrizione degli accadimenti
Da circa un anno, nel Comune di Vairano Patenora, composto da Vairano Patenora centro e le frazioni di Vairano Scalo e Marzanello, si verifica la mancata consegna della corrispondenza da parte di Poste Italiane. Ossia viene consegnata, con molto ritardo, solo una piccolissima parte della dovuta. Inoltre, si annota la mancata consegna di stampe, giornali, libri, nonché di semplice corrispondenza pubblicitaria o anche della posta ordinaria. Da mesi, le bollette delle utenze, quando e se vengono recapitate, spesso sono già scadute ed in casi estremi si verifica la loro consegna anche successivamente al ricevimento della diffida al pagamento a mezzo raccomandata da parte del gestore dell’utenza o al distacco della fornitura per morosità.
Danni per il cittadino
E’ di tutta evidenza come l’interruzione di un servizio, così importante e irrinunciabile quale il recapito postale della corrispondenza, provochi seri danni a tutta la cittadinanza: basti pensare, come già riportato in precedenza e solo per citare qualche esempio benché non esaustivo, al recapito oltre i termini per il pagamento delle bollette delle utenze, con conseguenti danni economici (interessi di mora, penali, etc) e con il rischio del distacco dell’utenza per morosità (a titolo di esempio: il riallaccio della corrente elettrica ha un costo intorno ai 70 euro), al mancato recapito di riviste, quotidiani e periodici per li quali si è regolarmente corrisposto il prezzo dell’abbonamento, all’avviso di ritiro dell’importo dell’assegno sociale per i cittadini ultrasessantacinquenni non abbienti che hanno dato disposizione all’INPS di corrispondere tale assegno a mezzo domiciliazione presso l’Ufficio Postale, creando così loro grave nocumento attentando alla loro sopravvivenza, etc.
Ma ormai è chiaro che a Poste Italiane, oggi società per azioni ad evidente scopo di lucro, il primario servizio istituzionale per il quale esiste della gestione ed il recapito della corrispondenza non interessa più, preferendo i molto più lucrosi servizi bancari, peraltro goffamente proposti da addetti carenti di formazione, oggi più che operatori al servizio del cittadino diventati piazzisti di merci varie, ricariche telefoniche, fondi d’investimento, polizze assicurative e tutto il resto del “catalogo”. Basta recarsi in un qualsiasi Ufficio Postale a pagare un semplice bollettino per sentirsi invitati a comprare di tutto e di più, nel disinteresse generale per il disagio provocato alla cittadinanza nel recapito tardivo o omesso della corrispondenza.
Diritto
La mancata consegna della corrispondenza o i ritardi nel recapito di lettere, fatture, pacchi, etc, ad avviso del sottoscritto, potrebbero configurare la fattispecie di “Interruzione di pubblico servizio”, che punisce chi “cagiona una interruzione o turba la regolarità di un ufficio o servizio pubblico o di un servizio di pubblica necessità” (art. 340 c.p.). Peraltro, tutto questo, da parte di Poste Italiane, viene ordito in dispregio della sua stessa “Carta della qualità del servizio postale universale” (In conformità al D.Lgs 261/99), ampiamente disattesa, la quale avrebbe l’obiettivo dichiarato per gli invii sul territorio nazionale (escluso sabato e festivi) per la posta prioritaria (in pratica oggi la c.d. posta ordinaria) di un giorno per l’89% degli invii e di tre giorni per il 98%, per la posta raccomandata consegna in tre giorni lavorativi più quello di spedizione per il 92,5% degli invii e consegna in cinque giorni lavorativi più quello di spedizione per il 98% degli invii. E così via per tutti gli altri prodotti di corrispondenza.
Altresì, nell’attuale situazione, il mancato recapito di corrispondenza o la sua dispersione potrebbe anche sommersamente configurarsi nel reato previsto dall’art. 619 c.p.
Inoltre, qualora si evidenziassero i suddetti reati, va annotato che, nella filiera della consegna della corrispondenza a mezzo Poste Italiane, oltre che del legale rappresentante p.t., le responsabilità sarebbero sommabili nelle varie figure di dirigenti e quadri (locali, regionali o nazionali), i quali di fronte ad un reato di carattere penale ometterebbero di denunciarlo alla Pubblica Autorità (artt. 361 e 362 c.p.), rendendosene in questo modo “complici”.
PQM
Per tutto quanto sopra, il sottoscritto chiede che l’Ecc.mo Sig. Procuratore della Repubblica adito voglia disporre gli opportuni accertamenti in ordine ai fatti esposti in narrativa, valutando gli eventuali profili di illiceità penale degli stessi e, nel caso, individuare tutti i possibili responsabili nella filiera della gestione e del recapito della corrispondenza postale e procedere nei loro confronti.
Allorché fosse necessario ai fini della procedibilità, il presente atto è da intendersi regolare
ATTO DI DENUNCIA/QUERELA
contro coloro che risulteranno responsabili di fatti di reato, per i quali si chiede espressamente la punizione penale ai sensi di legge.
Chiede di essere avvisato ex art. 406 c.p.p. in caso di richiesta di proroga delle indagini preliminari ed ex art. 408 c.p.p. in caso di richiesta di archiviazione”.

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