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TEANO – Stalking, perseguita la vicina di casa: denunciato dai carabinieri

teano. Per anni, ogni giorno, veniva perseguitata telefonicamente. Per anni, in silenzio, lei e la sua famiglia hanno subito lo stalking di un uomo. Una presenza costante, puntuale che era diventata un autentico terrore per  Roberta una giovane e bella ragazza residente in una delle frazioni di Teano. Mai, però, avrebbe immaginato che l’autore di quelle continue molestie era unsuo vicino di casa, quasi suo coetaneo. La scoperta sarebbe stata fatta dai carabinieri della locale stazione a cui la giovane donna e la sua famiglia avrebbero presentato denuncia. Secondo alcune indiscrezioni raccolte in paese Simone, da anni perseguitava Roberta, forse perchè interessato a lei e mai troppo coraggioso per manifestare la propria attrazione; forse perchè respinto dalla donna; forse solo per vincere la noia. Saranno, ora, le indagini dei militari dell’arma a fare definitivamente chiarezza sulla vicenda.  Di Certo l’episodio in paese sembra aver scosso la piccola frazione sidicina dove tutti, ormai, conoscono il nome di quel ragazzo “insospettabile” che si divertiva a perseguitare una sua vicina di casa. Un “gioco” terribile andatoi avanti per anni che avrebbe indotto la sfortunata ragazza, per lo stress, a perdere molto peso.
Secondo i dati di una ricerca condotta dall’Osservatorio Nazionale sullo Stalking, un italiano su cinque è vittima di molestie insistenti: un dato allarmante, che rappresenta eloquentemente una mattanza senza soluzione di continuità che colpisce le donne e gli uomini, indipendentemente dall’età, dall’estrazione sociale e dall’appartenenza etnica. Numeri che sono impressionanti oggi, e che non sono certo rassicuranti per le evoluzioni future del fenomeno degli atti persecutori: il dato più preoccupante è il numero oscuro celato dietro ai dati ufficiali. La maggior parte delle vittime, infatti, non denuncia lo stalking, considerando quest’atto come qualcosa di simile al firmare la propria condanna a morte. Questa convinzione è dovuta ad una generalizzata sfiducia verso le autorità (molti omicidi sono avvenuti dopo diverse denunce) e alla consapevolezza che lo stalker sia spinto a perseguitare da un profondo disagio psicologico, che la coercizione può solo peggiorare, se non affiancata ad un percorso di risocializzazione e sostegno psicologico. La «giustizia fatta in casa» è in aumento: la sfiducia verso la legge spinge la vittima di stalking ad organizzarsi autonomamente per far fronte alle vessazioni fisiche e psicologiche che non sa come gestire. In questo senso, la dichiarazione di Carlo Nanni è tragicamente esemplificativa: «le abbiamo tentate tutte» (ma non siamo stati tutelati da nessuno). A livello nazionale, da una ricerca condotta su un campione di 9600 persone dai 17 agli 80 anni, è emerso che il 70% delle vittime sono donne e il 30% sono uomini. Il persecutore è nel 55% dei casi un partner o ex partner, nel 5% un famigliare, nel 15% un collega o compagno di studi, e nel 25% un vicino di casa. E’ recidivo nel 30% dei casi.

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