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RIARDO – Ferrarelle cede ai sindacati, riprende la produzione

riardo. L’azienda cede alle richieste dei sindacati e i lavoratori riprendono la produzione. La svolta nel braccio di ferro fra i dipendenti e il colosso delle acque minerali di Riardo, c’è stata l’altra notte poco prima della mezzanotte quando i dirigenti dello stabilimento riardese hanno ritirato  la disposizione che aumentava le ore settimanali da quaranta a quarantotto. Domani, presso l’unione industriale di Caserta ci sarà l’incontro fra le parti; l’obiettivo è quello di trovare un accordo capace di permettere a tutti di “portare” qualcosa a casa. Ieri mattina, intanto, il lavoro e i turni sono ripresi regolarmente e su questo punto hanno espresso piena soddisfazione sia i lavoratori che l’azienda, soprattutto in considerazione del periodo in cui la protesta si innestava. L’azienda chiede maggiore impegno per affrontare la crescente richiesta dei mercati e quindi chiede a tutti di lavorare otto ore in più per ogni settimana. L’impegno è quello di far recuperare quelle ore in inverno. I lavoratori contestano, soprattutto, il metodo, impositivo, scelto dal colosso delle acque minerali. Ieri, dopo la conclusione dello sciopero i sindacalisti hanno confermato. I circa duecento lavoratori di Ferrarelle, l’altro giorno, hanno incrociato le braccia ottenendo un’adesione allo sciopero che ha sfiorato il cento per cento; in sostanza dal caporeparto a scendere tutti hanno aderito alla protesta. Qualche defezione c’è stata fra gli impiegati, specialmente ai livelli più alti. Singolare il caso di un dipendente riardese, l’unico ad essere entrato preferendo non aderire ala protesta. La sua uscita dallo stabilimento, alla fine del turno, è stata salutata con un lungo e ironico applauso dai suoi colleghi che, invece, erano rimasti otto ore sotto un sole caldissimo. Ferrarelle aveva invocato un’opzione prevista dal contratto nazionale che, a garanzia dei lavoratori, permetterà loro di recuperare le giornate lavorate in più durante l’estate, nel periodo invernale quando la produzione richiede minore impegno. In sostanza, Ferrarelle – per fronteggiare una maggiore richiesta di produzione dovuta alla maggiore vendita estiva del prodotto –  chiede ai dipendenti di lavorare quarantotto ore a settimana, pagando loro però quaranta ore. Nel periodo invernale, quando i mercati chiedono minor prodotto, tutte le ore di lavoro in più eseguite saranno recuperate dai lavoratori i quali riposeranno un giorno in più, ricevendo il pagamento per quaranta ore. I sindacati sono stati chiari: “non possono essere sempre i lavoratori a pagare per scelte sbagliate da parte dell’azienda”. Giovedì, probabilmente, sarà raggiunto l’accordo capace di soddisfare le esigenze dell’azienda e delle maestranze.

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