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VITULAZIO – Minaccia la moglie e rapina la suocera, a giudizio anche per incendio doloso

vitulazio. Dopo la condanna per minacce alla moglie e rapina alla suocera finisce nuovamente sotto processo Angelo Salvatore Di Giovanni, 33 anni allevatore di pecore di Vitulazio per aver dato fuoco ad un fienile di un vicino di masseria.  Il gup del tribunale di Santa Maria Capua Vetere ha stabilito per settembre la data del processo a carico dell’allevatore difeso dall’avvocato Carlo De Stavola. L’incendio si verificò nel mese di agosto dell’anno scorso. Gli inquirenti risalirono subito a lui poiché nella denuncia fatta dalla vittima dell’incendio il contadino affermava di aver visto scappare proprio Di Giovanni. In quel periodo l’imputato era sottoposto all’obbligo di dimora poiché venne ritenuto responsabile dell’incendio venne aggravata la misura restrittiva a suo carico finendo in carcere venendo poi scarcerato dal Riesame. Per l’episodio dell’incendio Di Giovanni si è sempre protestato innocente adducendo anche di avere un alibi per quella circostanza. Ma per il gup che ha disposto il rinvio a giudizio la vicenda appare molto poco chiara. Maggior luce potrà essere fatta dall’istruttoria dibattimentale. Per il momento Di Giovanni è sottoposto solo al divieto di dimora nel comune dove risiede la moglie che lo ha lasciato per ritornare in famiglia dopo la condanna a due e anni e sei mesi di reclusione dal giudice monocratico Tommaso Perrella del tribunale di Santa Maria Capua Vetere  a seguito della denuncia della consorte malmenata e rinchiusa in una masseria isolata a Vitulazio, la sera del loro primo anniversario di nozze. Di Giovanni è stato condannato anche il reato di rapina e violenza privata ai danni della suocera  Annamaria Aurielo. La donna era intervenuta l’indomani al litigio per portarsi la figlia a casa e liberarla dalle grinfie del marito. La signora però fu aggredita, strattonata e scaraventata sull’uscio della porta quando provò a prendere per mano la figlia per portarsela fuori casa. Non riuscendovi provò a fare il numeroso dei carabinieri che già erano stati informati dell’assurda situazione che si era venuta a creare. Di Giovanni però fu più veloce, perché spingendola violentemente riuscì a strapparle il telefono dalle mani e a gettarlo nel camino con il fuoco acceso. Di lì a pochi minuti intervenne una pattuglia dei militari di Vitulazio che portarono tutti in caserma.
maria giovanna pellegrino

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