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Gennaro galdiero e Pasquale Savanelli

SESSA AURUNCA / TEANO – Omicidio Galdiero, Savanelli tace ancora. L’indagine in un pantano

Gennaro galdiero e Pasquale Savanelli
Gennaro Galdiero e Pasquale Savanelli

SESSAAURUNCA / TEANO –  Omicidio Galdiero, Pasquale Savanelli continua a tacere sull’accaduto. Anche ieri, infatti, durante l’interrogatorio voluto dal pubblico ministero, il reo confesso, ha preferito restare in assoluto silenzio, avvalendosi della facoltà di non rispondere alle domande presentarte dalla pubblica accusa.  E’ chiaro che fin quando Savanelli non deciderà di raccontare ogni dettaglio di quel delitto, non si potrà mai fare piena luce sui fatti accaduti pochi giorni a Caianello. Il magistrato spera nella collaborazione dell’indagato, reo confesso dell’omicidio, affinché si possano capire le ragioni che hanno spinto un uomo tranquillo e flemmatico, come Pasquale Savanelli, a sparare tre colpi di pistola contro il suo amico e socio, pochi minuti dopo aver pranzato con lui.
I dubbi in questa drammatica vicenda sono davvero tanti. Molti conti non tornano; non si capisce, ad esempio, la ragione che spinge Savanelli al silenzio sul movente. Pasquale, uno dei più importanti imprenditori agricoli della zona, è sempre stata una figura equilibrata e ragionevole. Il suo gesto quindi avrà alla base motivazioni forti, almeno a suo modo di vedere.
Cosa vuole coprire, con il suo silenzio Savanelli? Perché non spiega le ragioni del delitto? Quale terribile segreto tenta di proteggere?
Sono queste alcune delle domande alle quali gli investigatori tenteranno di dare delle risposte. Certamente sarà molto importante la scelta di Savanelli di collaborare raccontando la sua versione dei fatti. Le prime certezze intanto sembrano arrivare dall’esame medico legale, eseguito pochi giorni fa a Caserta. Secondo alcune indiscrezioni i medici avrebbero appurato che tre proiettili avrebbero centrato Gennaro Galdiero. Uno di essi avrebbe colpito e trapassato prima una mano – che la vittima aveva vanamente messo a riparo del suo viso – per conficcarsi poi nel collo. Questo spiegherebbe la presenza di quattro fori sul cadavere della vittima. I rapporti economici fra i due erano normali, probabilmente – come riferiscono alcune voci – Savanelli vantava normali crediti nei confronti di Galdiero; crediti scaturiti dal conferimento delle mele. Una esposizione che si sarebbe sistemata, come accade per ogni stagione, con l’arrivo dei pagamenti da parte di clienti. Queste supposizioni, quindi,porterebbero ad un movente del delitto non basato su contrasti di natura economico-finanziario. Al setaccio passeranno quindi  tutti i conti economici dell’azienda, della vittima e del suo carnefice.  Nel giro di pochi giorni la Procura potrebbe avere il quadro, almeno sotto questo aspetto, chiarissimo.
Si potrà capire, insomma, la presenza di eventuali ammanchi, di operazioni particolari o di qualsiasi altra cosa che avrebbe potuto scatenare l’ira di Savanelli a tal punto da uccidere il suo socio.
Non può essere un delitto per interessi, è questa l’opinione maggiormente diffusa fra gli amici e i conoscenti di Pasquale Savanelli; sono tutti convinti che Savanelli non avrebbe mai agito per contrasti economici. Ma allora, se questa ipotesi fosse vera, quali ragioni hanno armato la mano dell’omicida?

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