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PIEDIMONTE MATESE – Politiche sociali ad personam, piovono denunce contro il Comune

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PIEDIMONTE MATESE – Politiche sociali ad personam, piovono denunce contro il comune di Piedimonte Matese. Tra il mese di gennaio 2014 e il mese di aprile 2014, alcune famiglie pedemontane, lamentando la distribuzione non proprio equa dei fondi, si sono recate dai carabinieri per sporgere querela contro la responsabile delle politiche sociali, Nicolina Raviele. Dalle varie querele presentate, oltre a trasparire tutto il malcontento e l’amarezza di chi si sente inequivocabilmente discriminato in ordine alla gestione dei fondi, emerge – a detta dei querelanti – anche una sorta di fastidio da parte di queste famiglie dovuto al fatto che sia il sindaco sia la Raviele abbiamo cercato, sempre e comunque, di scaricarsi di dosso ogni responsabilità. Curioso, poi, il caso di una donna che in un primo momento aveva deciso di querelare la Raviele, salvo poi rimettere la querela il mese successivo per poi tornare nuovamente dai carabinieri per denunciare ancora la responsabile delle politiche sociali. Tutto in tre mesi. Il motivo? Piuttosto poco rassicurante, visto che la donna – a suo dire – sarebbe stata “invitata” dalla Raviele a rimettere la querela in cambio della “cortesia” che la funzionaria del comune le avrebbe poi fatto inserendola “nel progetto personalizzato”  e assegnandole successivamente la somma di 250 euro. Una promessa poi non mantenuta che aveva spinto la donna a sporgere nuovamente querela contro la Raviele. In ogni caso, ogni volta che queste famiglie si recavano dalla responsabile del servizio per chiedere chiarimenti, ricevevano sempre la stessa risposta: soldi finiti. Eppure ai carabinieri, chi ha deciso di sporgere querela contro la Raviele, ha denunciato che i soldi finivano perchè gestiti non  equamente tra gli aventi diritto.

 

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3 commenti

  1. Questa storia va avanti da anni, lo sanno tutti…. quando si muovono le autorità competenti?

  2. cazzate su cazzate.
    La Raviele fa il suo lavoro fin troppo bene. E’ una dei pochi dipendeti comunali che adempie al suo dovere. Il comune non è un bancomat.
    Ma sopratutto perchè si vedono articoli che parlano di politiche sociali e nessuno chiede come stanno V-E-R-A-M-E-N-T-E le cose al comune ?

  3. Franco Rossetti

    Il Comune non dovrebbe essere per NESSUNO un Bancomat. Tuttavia, quello è il modello di servizio di contrasto alla povertà che sembra emergere dalla lettura dell’articolo. Un modello fatto di compromessi tra il sistema amministrativo e quello politico, compromessi che quando si trasformano in pesanti condizionamenti, tutto ciò inevitabilmente ha delle ripercussioni sulla qualità del sistema dei servizi nel suo complesso. In queste condizioni, l’Assistente sociale, dovendo mediare tra pressanti richieste del sistema politico ed i molteplici bisogni dell’utenza, a fronte di una limitata disponibilità di risorse, sovente diventa il capro espiatorio dell’intero sistema.