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RIARDO – Palazzo Smaldone, il processo slitta a luglio

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RIARDO –   Abusi edilizi a palazzo Smaldone: nell’udienza di pochi giorni fa, un nuovo perito della difesa ha smontato la tesi dell’accusa. Il perito delle difese ha replicato alla relazione del perito dell’accusa dimostrando l’infondatezza di ogni contestazione. Probabilmente, ora, il giudice, trovandosi di fronte a due tesi fortemente contrapposte, potrebbe scegliere di nominare un terzo perito per chiarire definitivamente la vicenda. Il caso vede coivolto l’imprenditore Domenico Smaldone. Tutto nasce dalla costruzione di una grossa strututra, ubicata nei pressi della villa comunale riardese, ancora oggi sotto sequestro. Con Smaldone sono imputati il  tecnico comunale, Pietro Russo,  e l’intera commissione edizia del 2005: Antonio Bonacci, Nicola Rocco, Ettore Pella, Rocco Maciariello e Vincenzo D’Angelo. Inoltre, l’accusa è rivolta anche contro il tecnico dell’impresa, Antonio Palmiero.  Il processo scaturisce dalla denuncia di Giuliano Di  Nardo, un vicino che si è ritenuto danneggiato dall’impresa.  Lo stesso Di Nardo, assisito dall’avvocato Ernesto De Angelis, si è costitutito parte civile. Secondo la denuncia presentata dalla famiglia Di Nardo, l’intero procedimento che ha portato alla costruzione dell’edificio, sarebbe viziata da una serie di irregolarità e da diversi abusi edilizi.  Nel collegio difensivo degli imputati figurano, fra gli altri, gli avvocati Michele Mozzi, Raffaele Crisileo e Vincenzo Cortellessa.

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