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VAIRANO PATENORA – Parcheggio della chiesa, cadono le catene: nascono i muri

Vairano Patenora.  Parcheggio “incatenato” nella frazione Scalo, il parroco Don Luigi De Rosa, toglie le catene ma al loro posto sorgerà un muro di cinta. Almeno questa sembra essere l’ipotesi  in relazione agli interventi in atto. Al comune, riferiscono alcune indiscrezioni, ci sarebbe regolare permesso per le’secuzione dei lavori. Probabilmente la realizzazione del muro di cinta servirà anche a rinnovare la polemica sulla vicenda nata dopo la chiusura del parcheggio.  “L’amministrazione non ha mai promesso e ne gli è stato chiesto qualcosa. Tutto veniva concesso in spirito di collaborazione e amicizia. Il motivo di fondo: sporcizia in tutti i sensi. Dallo spaccio di droga allo scambio di coppia. Dai profilattici ai bisogni fisiologici. Tanto che ho chiesto la presenza di un custode negli orari di apertura dell’uso del piazzale. Se ciò sarà possibile c’è tutta la mia disponibilità”. Queste sono state le giustificazini fornite dal parroco Don Luigi De rosa dopo la chiusura dell’area in cui sostavano mezzi di trasporto e autobvetture. Queste stesse ragioni vennero esposte dallo stesso Don Luigi all’amministrazione comunale durante l’incontro avvenuto con il primo cittadino Bartolomeo Cantelmo.

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8 commenti

  1. Per carità liberateci da questo prete.Mandatelo in curia o al vaticano ma liberateci da chi crede ad ogni messa che chi gli sta davanti è un gregge non di pecore ma di pecoroni. Sali sull’altare a fare la predica e ti fai grande perché nessuno ti risponde. Nessuno parla per rispetto del luogo e di Nostro Signore. Non di te. Fai l’imprenditore e l’arrogante con i soldi e la roba degli altri. Ah com’è facile. Suda, lavora e fai godere al cittadino solo un pò di quello che ti hanno regalato. Poi ne parliamo. Basta voglio l’elenco delle opere pie e buone che ha fatto questo prete. Ma Papa Francesco non lo ascolta? Crede che parli solo per me? Apri le porte e restituisci quello che hai al popolo. Togliete le catene, abbattete i muri e mandate il prete tra la gente a fare opere di carità.

  2. La notizia non dovrebbe meravigliare più di tanto! Cosa ci si aspettava da una persona la cui fama precede le sue azioni?! Cosa ci si può aspettare da chi prende le difese di “colleghi” chiaramente colti sul fatto?! Cosa ci si può aspettare da chi considera la “Chiesa” proprietà privata?! Vedi “wpapafrancesco”, il tuo commento lo condivido in pieno, ma vorrei fare una piccola riflessione: se “lui” pensa di avere davanti a sè un “gregge….. di pecoroni” è anche un po’ colpa di chi gli ha lasciato sempre fare quello che voleva, di chi gli ha lasciato campo libero, di chi gli ha fatto credere che era davvero un “pecorone”! Soluzioni? Aprire gli occhi e “catechizzarlo”, con educazione, con cognizione di causa, ma con determinazione (senza scendere ai suoi livelli e/o usare i suoi metodi!).

  3. Non capisco perchè qualcuno vorrebbe riconoscere a don Luigi De Rosa solo un ruolo minimalista e di sacerdote che si dovrebbe giustificare, così come viene già scritto nell’articolo. Egli è forte con chi si crede forte e umile con gli umili.
    Fatte le dovute proporzioni, s’intende. Non mi sembra che Gesù Cristo fu tanto accogliente quando cacciò i mercanti dal tempio. Non ebbe esitazioni Giovanni Paolo II, quando disse:-” Pentitevi ! ” Nè papa Francesco quando ha pronunciato la parola:- Vergogna .

  4. La verità è che il nostro (ahimè) parroco non conosce il significato di ‘umiltà’… Ammiro moretta che ha il coraggio di difenderlo. È evidente che anche dalle sue parti si arriva a pensare che il Natale deve essere un’esagerazione e indebitarsi pur di ‘regalare’. Forse moretta ricorderà l’insulsaggine di questo discorso tenuto dal nostro prete (?) durante un concerto di Natale e sostenuto anche dal vescovo… Rifletta, moretta, prima di scrivere… Il discorso era pro organo e nel nostro comune ci sono famiglie che non sanno cosa mettere in tavola. Nel nostro territorio per i giovani, tutti i giovani, non esiste nulla. Magari una briciola di organo, che so, una canna, per esempio, si poteva pure spendere…

  5. Appunto. Nel nostro caso chi è Gesù e chi il mercante. Certamente il nostro non è Gesù. Umile? Vogliamo fare esempi di umiltà di don Luigi? Lasciamo stare o faccio l’elenco? “Vergogna” non è stato pronunciato per me o per noi fedeli. Ma per alcune “specie” di sacerdoti per colpa dei quali questo povero Papa non smetterá mai di chiedere perdono. Il guaio è che questi preti pieni di boria non si pentiranno mai. Spezzate le catene e abbattete i muri.

  6. Signora o signore Caievola, io non la invito a riflettere prima di scrivere; ma non posso esimermi di pensare che è difficile non comprendere che l’estressione: ” indebitarsi pur di regalare ” sia un aforisma che racchiude un significato ben più profondo.
    Ma a volte per guardare oltre la ” siepe “, non occorrono gli occhiali, ma profondità teologica, per chi indaga attraverso la fede e profondità filosofica, per chi indaga attraverso la ragione.
    Diversamente, ci si può sentire Prete, Vescovo, Filosofo, Papa e non avere i piedi in terra.
    Chi fa del bene, non ha bisogno di raccontarlo. La crisi economica non l’ha provocata don Luigi De Rosa, é partita dall’America e in italia si alternano governi per cercare di risolverla.

  7. Moretta… Magari sarà anche come sostiene lei ma troppo comodo celarsi dietro la profondità teologica di questi tempi. Magari per guardare oltre la siepe potrebbe anche bastare un semplice decespugliatore. Magari lei avrà il coraggio di andare da qualcuna di quelle famiglie che non hanno più la possibilità di pagare la rata del mutuo (e che stanno per vedersi sottrarre la propria ”casa”) e dire loro che donare un po’ del loro denaro per l’organo li renderà più ‘cristiani’, più profondi (teologicamente parlando, ovvio) e riusciranno pure a comprendere l’operato cristiano del nostro buon don… La saluto, Moretta: rischiamo di entrare in una polemica sterile e snervante che non concluderà in nulla. Lieto di aver potuto scambiare qualche scritto con lei…

  8. Lei, Caievola, è proprio un materialista! Così oltraggioso e stolto che suggerisce di tagliare quella ” Siepe “. La Siepe citata dal Grande Poeta di Recanati : Giacomo Leopardi con un decespugliatore !!! ” L’Infinito” del Grande Poeta ha affascinato ed è conosciuto nel mondo. Non certo da un materialista come lei.
    A questo punto lo devo dire. Lei è anche un vigliacco. Si nasconde dietro la povertà delle persone più sfortunate, fingendosi buono, proprio per non rivelare la sua cattiveria verso il mondo e soprattutto verso chi opera per il prossimo. E si sa che l’operato espone a critiche, in particolare dell’invidioso. Peggio ancora se non ha nemmeno la consistenza d’identificarsi con il proprio cognome e rimanendo un caievola qualsiasi.
    Ho concluso.