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CASERTA – Politica, Asl e corruzione: tutto gira intorno alla Camorra. Lo scrivono i giudici del riesame sul caso Polverino

CASERTA – Alcuni appalti all’interno dell’Asl avveninvano solo per favorire certe imprese. Una sentenza dura, che adesso sarà difficile da smontare in sede di dibattimento. Ma quanto hanno scritto i giudici del Riesame sulla posizione dell’ex direttore generale dell’ospedale di Caserta Francesco Bottino rappresenta uno squarcio del mondo della sanità casertana Bottino, finito in carcere il 7 novembre scorso, insieme, tra gli altri, al direttore amministrativo dell’Asl di Caserta ed al consigliere regionale Pdl Angelo Polverino per gli appalti truccati all’Asl di Caserta (di cui era stato direttore, prima di passare al Civile), secondo i giudici del Riesame “Commetteva una serie di abusi dimostrando che la scelta dell’impresa contraente non solo avveniva in violazione delle norme vigenti, ma maturava già prima, proprio nell’ambito delle decisioni dei clan camorristici”. Il riferimento è agli appalti che la sanità casertana affidava alle imprese dell’imprenditore di Marcianise Angelo Grillo, considerato dagli inquirenti vicino al clan Belforte. Ma non solo Perché nelle motivazioni della sentenza con la quale il Riesame ha respinto la richiesta di scarcerazione di Bottino si legge anche che “I funzionari pubblici e nello specifico Bottino ottenevano il proprio tornaconto con promozioni e nomine proprio in cambio della fedeltà alle intese con i clan”.

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