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CASERTA – Usura bancaria, ecco come difendersi

CASERTA – In questi ultimi periodi, segnati dalla crisi economica, si sente sempre più spesso parlare del tema delle cosiddette anomalie bancarie, ossia costi ed interessi illegittimi applicati dalle banche a discapito dei clienti e a loro insaputa che molte volte assumono le vesti di veri e propri illeciti, contravvenendo a norme civili e penali. Come ampiamente riportato dalla stampa e da trasmissioni televisive, sembrerebbe che non di rado la banca approfitti da un lato dell’incapacità tecnica del correntista e dall’altro dello stato di necessità finanziaria in cui molte volte l’imprenditore si trova, soprattutto in questi periodi di crisi, vessando quest’ultimo di interessi e spese eccessive. Per capire meglio quello di cui stiamo parlando ci siamo rivolti al Dr. Umberto Tranfaglia, Commercialista ed esperto di finanza aziendale, chiedendogli di spiegarci tecnicamente, ma in modo semplice, quello che è accaduto in questi anni e come possiamo difenderci da questi illeciti.

Dr. Tranfaglia, ci spiega in cosa consistono tali illeciti bancari?

Il tema degli illeciti praticati dalle banche non è un tema nuovo ma, come lei ha sottolineato, ha acquistato nel tempo sempre più rilevanza sia per il perpetrarsi della crisi economica sia per il risalto che gli organi di informazione ne stanno dando. In passato, infatti, l’imprenditore, pur sapendo bene che i tassi praticati dalla propria banca erano eccessivi, non ha mai pensato di denunciare tali comportamenti dato che il mercato del proprio prodotto andava bene e gli consentiva comunque di conseguire profitti dalla propria attività. Purtroppo, con l’aggravarsi della crisi economica i margini di guadagno si sono sempre più ristretti e tutti hanno iniziato a prestare attenzione al costo del danaro concesso dalle banche. È proprio in conseguenza di tale verifica che molti rimangono basiti dal costo eccessivo dei tassi praticati sul proprio fido o su mutui e leasing e che, alcune volte (purtroppo non succede di rado), configura una vera e propria pratica usuraria penalmente sanzionabile.

Quindi, ci pare di capire, che la crisi economica ha dato risalto alla materia?

In parte, ma non solo. Per capire meglio quello di cui stiamo parlando mi permetta un brevissimo excursus storico sulla questione. La prima applicazione della legge antiusura è dell’aprile 1997, mentre la prima sentenza di condanna della pratica dell’anatocismo bancario è del 1999. Prima di tale data era pressoché impensabile poter denunciare un illecito bancario. Poi, consideri che negli anni i Governi che si sono succeduti non hanno mai avuto l’interesse di fermare tali pratiche, anzi hanno cercato in ogni modo di ostacolare i diritti dei correntisti per proteggere il sistema bancario, considerato il perno del nostro sistema economico. Ciò è avvenuto con l’emanazione di leggi ad hoc attraverso cui si è tentato di bloccare tutte le numerose sentenze dei vari tribunali italiani che condannavano le banche al risarcimento. Per concludere le dico che è dovuta intervenire la Corte Costituzionale che, con una storica sentenza dell’aprile del 2012, ha definitivamente chiuso la questione in favore dei correntisti, sancendo l’incostituzionalità delle norme emanate per bloccare i risarcimenti. Ed è per questo che è solo da poco più di un anno che il tema ha ripreso vigore.

Una volta chiarito che la questione ha avuto un nuovo impulso solo da poco, veniamo ora nello specifico, spiegando quali sono tali illeciti.

La materia è molto tecnica e complessa, ma cercherò di essere il più semplice e chiaro possibile.

Nella pratica in tutti i tipi di contratti quotidianamente utilizzati dai correntisti possono annidarsi illeciti più o meno gravi. Tecnicamente le forme più ricorrenti e diffuse sono:

  • Anatocismo;
  • Usura su fidi, sconto fatture, mutui, leasing ecc.;
  • Applicazione della Commissione di massimo scoperto (CMS);
  • Spese e commissioni occulte o non previste contrattualmente.

L’anatocismo non è altro che l’applicazione degli interessi sugli interessi.

Un esempio chiarirà meglio la problematica.

Se su una somma prestata dalla banca di € 1.000, alla fine del I trimestre (31-03) maturano interessi per € 10, dal 1 aprile la base di calcolo degli interessi non è 1.000 (come dovrebbe correttamente essere) bensì € 1.010 e così via, producendo un effetto moltiplicatore che farà aumentare sempre di più il debito con la banca.

Ebbene, la pratica dell’anatocismo sul conto corrente è proibita da sempre in virtù dell’art. 1283 del Codice Civile e la definitiva dichiarazione della sua illegittimità è stata sancita, per la prima volta, con sentenza della Corte di Cassazione n. 2374 del 1999.

Consideri che tutte le banche indistintamente hanno utilizzato tale pratica illecita e per tale motivo i Tribunali sono subissati da numerose richieste di risarcimento da parte di correntisti che, per anni, senza saperlo, hanno di fatto versato somme non dovute alla propria banca.

E invece quando si può parlare di usura?

Come ho detto prima, tale reato è perseguibile di fatto solo dal 1997 in poi. La questione usura è estremamente complessa, ma volendo riassumere possiamo dire che, sostanzialmente, le banche negli anni hanno volutamente applicato nel calcolo dell’usura una formula che andasse a loro favore e a danno del correntista. Infatti, per determinare correttamente  il tasso d’usura bisogna inserire tutte le somme addebitate dalla banca: Commissione di massimo scoperto, spese, penali, interessi di mora ecc., e l’ammontare complessivo rappresenterà la quota precisa che dovrà determinare il cosiddetto TEG “tasso effettivo globale ”, se questo è superiore al Tasso Soglia, (quest’ultimo è il tasso oltre il quale si è in regime di usura) il rapporto è usurario e come tale sanzionato. Al contrario il sistema bancario ha interpretato a suo favore la norma anti-usura escludendo queste spese accessorie (grazie a delle interpretazioni favorevoli al sistema bancario proposte dalla Banca d’Italia) dal TEG che così risultava più basso e quindi nelle soglie stabilite dalla legge. Anche in questo caso i correntisti si sono rivolti ai Tribunali che, nella maggior parte dei casi, hanno e stanno condannando le banche al risarcimento di queste indebite somme applicate agli ignari clienti.

Lei ha parlato anche della commissione di massimo scoperto, mi sembra che anch’essa sia oggetto di verifica da parte della magistratura.

Infatti, in molti casi l’applicazione di una commissione calcolata sull’extra fido (c.d. commissione di massimo scoperto o CMS) è ritenuta illegittima dal giudice, poiché trattasi di un costo ulteriore, una sorta di duplicazione, rispetto al tasso di interesse che la banca già applica sulla somma oltre fido.

La commissione di massimo scoperto è, in definitiva, un costo che non può essere preteso dalle banche perché illegittimo e deve essere restituito al correntista.

Cosa consiglia ai correntisti che pensano di aver subito vessazioni da parte delle banche?

Come lei ha ben inteso la materia è estremamente complessa. Consiglio, pertanto, di rivolgersi al proprio commercialista o ad un legale di fiducia esperto di diritto bancario per analizzare tecnicamente se durante il rapporto intercorso con il proprio istituto sono stati commessi degli illeciti e decidere così se eventualmente avanzare una richiesta risarcitoria alla banca per gli indebiti applicati.

 

 

un commento

  1. Allora la Banca di Ancona mi deve restituire qualcosa