Ultim'ora

Santa Maria Capua Vetere – Torture in carcere, i giudici “cancellano” Draghi, Cartabia e Bonafede

Santa Maria Capua Vetere – No alle testimonianze dell’ex premier Mario Draghi e degli ex ministri della Giustizia Marta Cartabia ed Alfonso Bonafede nel processo per le torture avvenute nel carcere di Santa Maria Capua Vetere il 6 aprile 2020 e per le quali sono sotto processo 105 imputati, tra agenti della penitenziaria, funzionari del Dap e due medici.  La Corte d’Assise ha rigettato l’ammissione di alcune testimonianze per evitare “una contaminazione di natura politica del processo con una sua indebita spettacolarizzazione”.  Nel corso dell’udienza i giudici hanno respinto la questione di illegittimità costituzionale del decreto di citazione in giudizio – formulata dagli avvocati Giuseppe Stellato, Eduardo Razzino, Claudio Botti e Coppola – per l’incompletezza degli atti d’indagine depositati dalla Procura. Infine, è stato conferito l’incarico ai periti che dovranno trascrivere le intercettazioni telefoniche e la messaggistica estrapolata dagli smartphone degli imputati. Le operazioni peritali avranno inizio fra due settimane con le trascrizioni che verranno poi depositate entro il termine di 60 giorni. Si torna in aula la settimana prossima per concludere la fase dell’ammissione prove. Poi il processo potrà iniziare con un cambio nella Corte per il trasferimento del giudice Alessandro De Santis.
Agli indagati sono stati contestati, a seconda delle loro rispettive posizioni e partecipazioni alla rappresaglia in carcere, i delitti di tortura pluriaggravati ai danni di numerosi detenuti, maltrattamenti pluriaggravati, lesioni personali pluriaggravate, abuso di autorità contro detenuti, perquisizioni personali arbitrarie, falso in atto pubblico (anche per induzione) aggravato, calunnia, frode processuale, depistaggio, favoreggiamento personale, rivelazioni indebite di segreti d’ufficio, omessa denuncia e cooperazione nell’omicidio colposo ai danni del detenuto Hakimi Lamine, deceduto in carcere il 4 maggio 2020. Il 6 aprile del 2020, circa 200 agenti – molti dei quali ancora non identificati – fecero irruzione nel reparto Nilo. I detenuti vennero fatti uscire dalle celle. Poi vennero pestati con i manganelli ed umiliati: molti vennero fatti inginocchiare in una sala dedicata alla socialità con gli agenti che di tanto in tanto li percuotevano. A qualcuno vennero tagliati i capelli e la barba.

Gli imputati
Sarà processo per i ‘vertici’: Antonio Fullone, provveditore dell’amministrazione penitenziaria campana; Salvatore Mezzarano, ispettore coordinatore del Reparto Nilo; Pasquale Colucci, comandante del Nucleo Operativo Traduzioni e Piantonamenti del centro penitenziario di Secondigliano e comandante del gruppo di ‘Supporto agli interventi’; Gaetano Manganelli, comandante del carcere di Santa Maria Capua Vetere; Tiziana Perillo, comandante del Nucleo Operativo Traduzioni e Piantonamenti di Avellino; Nunzia Di Donato, comandante del nucleo operativo ‘Traduzioni e piantonamenti’ di Santa Maria Capua Vetere; Anna Rita Costanzo, commissario capo responsabile del reparto Nilo; Francesca Acerra, comandante del nucleo investigativo regionale. E ancora i medici Raffaele Stellato e Pasquale Iannotta, entrambi accusati di falso.
Giudizio anche per: Gennaro Loffreda, Alessandro Biondi, Raffaele Piccolo (classe ’64), Angelo Iadicicco, Pasquale De Filippo, Gabriele Pancaro, Michele Vinciguerra, Fabio Ascione, Oreste Salerno, Felice Savastano, Rosario Merola, Raffaele Piccolo (classe ’73), Giacomo Golluccio, Antonio De Domenico, Giuseppe Crocco, Angelo Bruno, Massimo Oliva, Francesco Merola, Paolo Buro, Gennaro Quisillo, Vincenzo Lombardi, Francesco Vitale, Michele Piscitelli, Domenico Pascariello, Silvio Leonardi, Stanislao Fusco, Carmine Antonio Zampella, Maurizio Soma, Pasquale Rullo, Mario Rigido, Eugenio Calcagno, Giuseppe Gaudiano, Alessio De Simone, Giovanni Guardiano, Maurizio Colurciello, Giuseppe Bortone, Pasquale Merola, Salvatore Di Stasio, Massimo Ciccone, Andrea Pascarella, Clemente Mauro Candiello, Giovanni Di Benedetto, Maria Parenti, Arturo Rubino, Roberta Maietta, Salvatore Parisi, Giuseppe Conforti, Flavio Fattore, Nicola Falluto, Bruno Acaluso, Claudio Di Siero, Domenico Mastroianni, Alfredo Iannotta, Enrico Abategiovanni, Giuseppe Acquaro, Nicola Picone, Marcello Vetrano, Mario D’Ovidio, Salvatore Soma, Angelo Ricciardi, Tommaso Calmo, Gianni Greco, Giovanni De Felice, Angelo Racioppoli, Giovanni Corraro, Domenico Garofalo, Giovanni Saiano, Biagio Braccio, Nicolò Canzonieri, Andrea Barbato, Giuseppe Di Monaco, Attilio Della Ratta, Nicola Nuzzo, Franco Pucino, Bruno Acampora, Guido Esposito, Francesco Mirra, Crescenzo Carputo, Sergio D’Amico, Marco Tullio, Luigi Di Caprio, Antonio Italiano, Antonio Saldamarco, Stefano Campagnano, Salvatore Pellegrino, Lazzaro Varone, Sandro Parente, Antonio Tortorelli, Giulio Pisano, Marcello Iovino, Nicola Nardi, Francesco Antonucci, Pasquale Trispellino, Francesco Andreozzi e Giovanni Capuano.
Unico prosciolto è stato Luigi Macari per il quale lo stesso procuratore aggiunto Alessandro Milita – titolare dell’inchiesta con i pm Pinto e Pannone – aveva invocato il non luogo a procedere avendo l’indagato dimostrato di non essere in carcere durante la mattanza. Giudizio in abbreviato, invece, per Angelo Di Costanzo, difeso dall’avvocato Massimiliano Di Fuccia, e Vittorio Vinciguerra, difeso dall’avvocato Gerardo Marrocco.

Guarda anche

Alvignano – Pellegrinaggio della Madonna, il Vescovo mette “paletti”. Emanuele blocca tutto: ecco perchè (il video)

ALVIGNANO – La Madonna Pellegrina non uscirà questa sera. Emanuele Piccinini,  che da anni mantiene …