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Caserta – Martino, l’altra vittima di Cimmino che distrugge tutto ciò che tocca

Caserta – Anno bisesto anno funesto, l’anno nero di Cimmino che quello che  tocca distrugge. Dopo aver annientato Stefano Graziano con le sue strategie per cercare di farlo eleggere, l’altra  sua vittima è stata l’ex assessora di Acerra Gerardina Martino. È stato proprio il segretario provinciale del partito democratico, Emiddio Cimmino, a volere la Martino  nella lista del Pd alle regionali. Quest’ultima ha accettato con la promessa di essere non solo la candidata di Cimmino e del

maschietto che sosteneva  (giusto per essere un segretario super partes) ma anche la candidata dell’area Dem casertana, guidata dal vice sindaco Franco De Michele. La Martino che da otto anni era assessore al comune di Acerra con 11 importanti deleghe, appena accettato la candidatura è stata cacciata dall’esecutivo Acerrano perché il Pd in città è forza di opposizione. Utilizzando il classico detto “cornuto e mazziato”, l’ex assessora appena dopo l’inizio della campagna elettorale è stata mollata dai suoi sponsor. L’area dem casertana si è spostata verso la samaritana Annamaria Sadutto. Ordine dal vertice amministrativo, dato che la Sadutto e la consuocera del sindaco Carlo Marino che l’ha sostenuta  in accoppiata con Stefano Graziano. Infatti i numeri parlano da soli, la Sadutto a Caserta a ottenuto oltre 1000 voti a fronte dei 340 di Martino. E se si pensa che nella città di Cimmino, San Tammaro, la Martino ha ottenuto meno di 150 voti, questo vuole dire, o che Cimmino non l’ha veramente sostenuta o che non ha alcuna forza elettorale. E pensare che Cimmino ha fortemente  voluto nella lista del Pd anche Lucio Molinari, tutti si attendevano un suo impegno con il ticket Molinari / Martino. E anche qui i numeri sono chiari, Molinari a San Tammaro ha preso appena 5 voti. La Martino nonostante avesse da subito compreso che era sola, ha combattuto a mani nude portando a casa un risultato soddisfacente, superando le 4000 preferenze. Un buon risultato se si considera che è nuova sullo scenario politico provinciale ma, soprattutto, è stata abbandonata da chi la doveva sostenere. A questo punto è chiaro che Cimmino non è un buon stratega politico, oppure c’è la malasorte che lo insegue. Certo noi non siamo superstiziosi ma come si suol dire: “ non è vero ma ci credo”

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